Salve, non so dove voglia arrivare Ariel Toaff con i suoi libri,so solo che come spesso sucede a certe persone è scaduto dal libro al libretto,dall'accusa circostanziata alle accuse generali. Mi riferisco al suo recentissimo libretto "Ebrei virtuali",in cui in parte ripere quello che ha già affermato in "Pasque di sangue". In questo caso c'è l'aggravante del fatto che egli sostiene che gli Ebrei si sarebbero serviti quasi correntemente di metodi violenti e sanguinari. In questo modo si ricade nella solita accusa che ben conosciamo. Non so come faccia il figlio di un rabbino a scrivere cose così,mi limito a far notare l'arcaicità del linguaggio:per Ariel Toaff un bimbo è ancora un "putto" e le lacrime sono "lagrime". Non c'entrerà niente,ma già solo un linguaggio così suona irritante. lettera firmata |