Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Mamma mia cosa legge nel discorso di accetazione della candidatura, Sarah Palin ha citato un giornalista antisemita
Testata: Corriere della Sera Data: 17 settembre 2008 Pagina: 16 Autore: Paolo Valentino Titolo: «Sarah cita un «fascista», Robert Kennedy Jr insorge»
Dal CORRIERE della SERA del17 settembre 2008:
WASHINGTON — Robert Kennedy Jr, il figlio di Bob, non ha gradito. Con qualche buon argomento, visto che Sarah Palin, nel discorso di accettazione della nomination repubblicana a candidato vice-presidente, a Saint Paul, per cantare le superiori virtù morali della provincia americana è andata a scomodare Westbrook Pegler. «Cresciamo buona gente nelle nostre piccole città, con onestà, sincerità e dignità», ha detto fra gli applausi la governatrice dell'Alaska usando, sia pur senza attribuirla, una frase di Pegler. Chi era costui? Vissuto tra il 1894 e il 1969, fu giornalista e autore molto popolare negli anni Trenta, eroe della destra ultra-conservatrice, campione di un patriottismo di ispirazione fascista come lo furono Charles Lindbergh e Father Coughlin. Pubblicati su quasi 200 giornali nel suo periodo di massima celebrità, gli editoriali di Pegler ebbero come bersagli preferiti il New Deal e Roosevelt, i capi del sindacato, gli ebrei, gli omosessuali, i poeti e gli intellettuali. In punta di piedi, con poche righe sull'Huffington Post, Kennedy Jr. si è permesso di ricordare che nel 1965, quando per la prima volta si cominciò a parlare delle ambizioni presidenziali di suo padre, Westbrook Pegler espresse nero su bianco una fervente speranza: «Che qualche patriota bianco del Sud gli faccia saltare il suo piccolo cervello in un posto pubblico, prima che cada la neve». Tre anni dopo, nel giugno 1968, il desiderio venne esaudito. «Forse — dice il figlio del senatore assassinato — varrebbe la pena di chiedere al governatore Palin un elenco delle sue altre letture preferite». A parziale difesa della Palin, si potrebbe sostenere che il discorso non l'ha scritto lei. Autore è infatti Matt Scully, ex speechwriter del presidente Bush, che fra l'altro l'aveva preparato per un candidato di sesso maschile e poi l'ha dovuto adattare alla prescelta di McCain. È vero però che Sarah Palin l'ha fatto suo con entusiasmo e che i suoi passaggi principali, compreso il passaggio firmato Westbrook Pegler, continuano a risuonare nelle sue apparizioni. Che sia il caso di ripensarci? Anche perché, quello su Bob Kennedy non fu il primo dei desideri indecenti di Pegler. Già su Franklin D. Roosevelt aveva espresso «dispiacere che Giuseppe Zangara avesse colpito l'uomo sbagliato quando gli aveva sparato a Miami». Zangara fu il folle che nel febbraio 1933 tentò di assassinare Roosevelt, uccidendo invece il mayor di Chicago, Anton Cermak. In un'altra occasione, aveva esortato i cittadini ad affiancarsi alle guardie private per «spaccare a mazzate il cervello ai picchetti» degli scioperanti. Quanto agli ebrei, bersaglio preferito del suo odio, Pegler sosteneva che «non possono essere oggetto di persecuzione perché questa comporta ingiustizia, mentre nel loro caso è soltanto rappresaglia o punizione».
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