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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.09.2008 In Gran Bretagna arriva la sharia
le prime vittime sono donne

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 settembre 2008
Pagina: 15
Autore: Guido Santevecchi
Titolo: «Londra, fra moglie e marito decide la «sharia»»

 Il sistema giudiziario del Regno Unito ha accettato l'autorità delle corti islamiche, all'interno della comunità musulmana, su tre questioni sensibili come divorzio, violenza all'interno della famiglia e dispute finanziarie.
Anche a giudicare dalle sentenze di cui si ha notizia i rischi, in particolare per le donne musulmane, sembrano essere piuttosto elevati.
Di fatto, la giustizia britannica sembra aver rinunciato, per esempio, a proteggere le donne musulmane vittime di maltrattamenti, affidando questo compito ai dotti della comunità islamica britannica, che dal canto loro appaiono inclini a privilegiare l'obiettivo della salvezza  dei matrimoni rispetto diritti delle donne che avevano sporto denuncia, e che l'hanno ritirata
dopo la sentenza.
In una disputa ereditaria, d'altro canto
i giudici "hanno assegnato ai maschi il doppio della cifra attribuita alle donne, perché così stabilirebbe la sharia".
 
Dal CORRIERE della SERA del 15 settembre 2008

LONDRA — Quando qualche mese fa l'arcivescovo di Canterbury aveva osservato che «l'adozione in Gran Bretagna di alcuni aspetti della sharia islamica è inevitabile» era stato crocifisso da destra e da sinistra. Ma ora il sistema giudiziario del Regno Unito ha accettato i poteri di giudici islamici in cause di divorzio, violenza all'interno della famiglia e dispute finanziarie.
Cinque corti che giudicano in base alla legge coranica sono in funzione a Londra, Birmingham, Manchester, Bradford e Nuneaton e presto seguiranno Edimburgo e Glasgow. La rete è diretta dallo sceicco Siddiqi, capo del Muslim Arbitration Tribunal di Nuneaton nel Warwikshire, che ha spiegato al
Sunday Times di aver agito in base all'Arbitration Act del 1996, la legge britannica che attribuisce agli arbitrati valore legale se entrambe le parti nella disputa danno ai giudici il potere di emettere una sentenza nel loro caso. Secondo l'Arbitration Act il verdetto di una corte islamica è valido e può essere messo in pratica da un tribunale ordinario del Regno o anche dall'Alta Corte.
Lo sceicco magistrato dice che i primi giudizi sono stati emessi nell'agosto del 2007 e che da allora sono stati già più di un centinaio, in materia di divorzio islamico, eredità e liti varie tra vicini di casa. Siddiqi ha rivelato che sono stati regolati sei casi di violenza tra coppie sposate, in collaborazione con la polizia. E ha sottolineato che ai mariti colpevoli di maltrattamenti è stato imposto di prendere lezioni di «gestione della loro ira» e sono stati sottoposti alla vigilanza degli anziani della comunità. Dopo la sentenza della Sharia Court le donne hanno ritirato la denuncia di fronte alla polizia britannica: fatto più che positivo, ha detto il giudice islamico, perché si sono salvati dei matrimoni dando alle coppie una seconda opportunità di cominciare il loro rapporto matrimoniale. «Ci limitiamo a regolare gli affari della nostra comunità », ha concluso.
Qualcuno ha ricordato che in base allo stesso principio dell'arbitrato, già prima della legge del 1996 in Gran Bretagna hanno funzionato corti di diritto ebraico,
Jewish Beth Din per casi di diritto civile. «Se si lasciano lavorare corti ebraiche non si possono discriminare quelle islamiche», ha osservato il Muslim Council for Britain.
Ma il rischio che nella Gran Bretagna multietnica si accetti un «sistema legale parallelo» ha fatto levare voci scandalizzate. Dominic Grieve, ministro ombra conservatore della Giustizia chiede di sapere «quali tribunali britannici stiano avallando decisioni di questo genere, perché agiscono al di fuori della legge». «È semplicemente sconvolgente, nessun arbitrato in base alla sharia
dovrebbe essere accettato o fatto valere dallo Stato britannico », ha detto il direttore del Centro per la Coesione Sociale.
Tra i casi dibattuti di fronte alla corte coranica di Nuneaton c'è stata una disputa ereditaria che divideva cinque figli, tre femmine e due maschi. Il dottor Siddiqi è stato soddisfatto della soluzione: ripartizione tra i cinque. I suoi giudici hanno assegnato ai maschi il doppio della cifra attribuita alle donne, perché così stabilirebbe la sharia.
Ma anche il magistrato più alto in grado del regno, Lord Chief Justice Phillips, approva l'uso della sharia in materia finanziaria e matrimoniale. Il ragionamento è che è meglio permettere ai musulmani di decidere secondo la sharia, alla luce del sole, che in segreto.
La Gran Bretagna è stato anche il primo Paese occidentale a lanciare sul mercato gli sharia bond: obbligazioni che si adeguano alla legge islamica, contraria agli interessi.

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