lunedi` 21 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.09.2008 Raymond Odierno assume il comando in capo a Baghdad
e sostituisce David Petraeus, nominato alla guida del comando Usa per Medio Oriente, Nord Africa e Afghanistan

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 settembre 2008
Pagina: 15
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Iraq, via lo stratega Petraeus Comanderà il «duro» Odierno»
Dal CORRIERE della SERA del 15 settembre 2008:

Quasi 30 mesi negli ultimi 5 anni ai vertici del contingente Usa in Iraq segnano il culmine della carriera di Raymond Odierno. Verrà promosso generale domani, quando assumerà il e sostituirà David Petraeus, l'uomo che il presidente Bush vorrebbe eleggere a salvatore del Paese da caos e terrorismo, ma che non nasconde a sua volta «l'estrema caducità » del miglioramento della situazione.
La continuità dovrebbe essere comunque garantita. Odierno fu, come Petraeus, tra gli ufficiali che guidarono le truppe di invasione nella primavera 2003. Ed è stato l'esecutore del piano da questi ideato delle «Joint Security Stations», le basi operative in comune tra forze di sicurezza irachene e militari Usa, che dal marzo 2007 si sono estese capillarmente nel Paese riuscendo, pur a costo di gravi perdite, a imporre un certa calma, specialmente nella regione di Bagdad. Di età simile nei loro cinquant'anni, pure i due uomini sono profondamente diversi. Magro, scattante, amante del jogging all'alba, Petraeus appare più un brillante intellettuale delle strategie militari, un laureato a West Point che non disdegna i banchi delle grandi università civili per studiare storia e filosofia. Comunque non andrà molto lontano, ha già dichiarato che la sua nomina alla guida del Centcom (il comando Usa per lo scacchiere mediorientale allargato al , Nord AfrNord Africa e spinto sino all'Afghanistan) lo terrà in «costante contatto» con le vicende irachene. Odierno sembra meno inventivo, ma più metodico. Alto, fisico massiccio, due episodi segnano la sua carriera irachena. Nel 2003 venne decorato per la flessibilità dimostrata alla testa della Quarta Divisione Fanteria, che avrebbe dovuto entrare in Iraq dalla Turchia, ma dopo il rifiuto di Ankara, lui seppe condurre brillantemente dalle basi in Kuwait sino ad ottenere il record di velocità nell'avanzata verso nord. Il massimo della gloria lo raggiunse al tempo dell'annuncio della cattura di Saddam Hussein, il 14 dicembre 2003, quando le sue unità speciali setacciarono palmo a palmo le campagne attorno a Tikrit. Pure, non mancarono le critiche. Odierno fu accusato di essere stato troppo duro con le popolazioni sunnite e con gli ex baathisti e di aver gettato i giovani nelle braccia della guerriglia. Lui si difese sostenendo che la presenza di Al Qaeda e il terrorismo necessitavano di metodi drastici. Suo figlio, il 26enne Anthony, subì la mutilazione del braccio sinistro: colpito da un proiettile di bazooka nel 2004.
L'attende un compito gravoso. Lo stesso Petraeus ammette che i recenti successi «non sono affatto irreversibili». La situazione resta fragile, pronta a esplodere in ogni momento. E' vero che l'aumento dei costi del greggio favorisce gli introiti nelle casse dello Stato. Ma è anche vero che i nuovi esercito e polizia non sono in grado di reggersi da soli sulle proprie gambe. Formalmente 11 delle 18 provincie irachene sono passate sotto il controllo delle nuove forze di sicurezza locali. Ma gli americani restano presenti. Ben 138.000 soldati, anche dopo il ritiro degli 8.000 promesso ultimamente da Bush. Odierno dovrà riprendere la mediazione tra sciiti e sunniti. Soprattutto si troverà a dover gestire militarmente la patata bollente delle zone petrolifere attorno a Kirkuk e Mosul. Saddam vi applicò la politica dell'immigrazione araba a scapito della popolazione curda e a beneficio dello Stato centralizzato. Oggi i curdi vorrebbero tornare alle loro case, espellere gli arabi, annettere i pozzi e imporre una legge che affidi la gestione delle risorse petrolifere alle provincie autonome. Inoltre violenza e terrorismo sono in crescita negli ultimi giorni. Petraeus e Odierno avevano facilitato la pacificazione finanziando, specie nelle zone sunnite, migliaia di piccole milizie autonome contro Al Qaeda (ogni uomo veniva pagato 400 dollari mensili dal Pentagono), ma da due settimane sono state smantellate per volere del premier sciita Nuri al-Maliki. Ora si teme che la preparazione delle prossime elezioni provinciali (previste entro la metà del 2009) possa rilanciare la guerriglia.

Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante

lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT