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Il manifesto a Gerusalemme Est 14/09/2008

Al Manifesto e a Michele Giorgio. Ma vi ritenete davvero credibili?

 

 

Il Manifesto opera nel non contestualizzare e nel non diversificare le sue fonti, salvo quelle che privilegia. E’ un’operazione ben conosciuta nei regimi dittatoriali: ideologia e propaganda. Innanzitutto, non è certamente la presenza di Chiamparino ad aver accresciuto il livello della partecipazione alla conferenza dei sindaci di Gerusalemme, a meno che non vogliamo considerare città poco importanti, Parigi, New York ed altre città americane. Quanto alla parte Est di Gerusalemme, il Manifesto “oblia” di dire che i palestinesi residenti non pagano alcuna tassa, ma hanno tutti i privilegi sanitari gratuiti quali residenti. Tuttavia, non sembrano sforzarsi di migliorare con il lavoro ed il loro contributo – malgrado il sostegno economico che ricevono da diverse associazioni occidentali – la qualità della loro vita coem ogni essere civile al mondo. Una bella differenza con la maggior parte degli arabi israeliani ben integrati nella società israeliana. Ma questi non interessano ovviamente alla logica del Manifesto. Nel solo 2002, i palestinesi  hanno compiuto 130 attentati contro gli israeliani, colpendo in maggioranza i civili, nel più vigliacco dei modi: contro autobus, le fermate d’autobus, ristoranti, luoghi di preghiera (a Hebron, ben 5 attentati, uno costò la vita anche ai due osservatori – lui turco e lei svizzera – del THP), Università, alberghi, senza contare il cecchinaggio e l’uccisione mirata di anziani, neonati, bambini e ragazzi. Le vittime del solo 2002 sono ben 488 e 2042 i feriti, per lo più mutilati. Se solo i palestinesi avessero avuto tanti e tali feriti da strumentalizzare, non avrebbero mancato di farlo. Il punto è che l’esercito di Israele non colpisce indiscriminatamente: sono i palestinesi ad usare la vigliacca ed ignobile consuetudine (tipica dei terroristi arabi) dello scudo umano, nascondendosi tra anziani, donne e bambini. Malgrado questo, le morti sono contenute. Loro contano anche i loro terroristi nel mucchio delle vittime. Un Yehuda Shaul è il tipico prodotto della paura. A differenza dei soldati che hanno aiutato i palestinesi, dei medici israeliani che li hanno curati e curano, dei soldati che si sono fatti scudo umano contro i terroristi per evitare o contenere le loro stragi, individui come Shaul e Mogrebi – e tanti altri ideologizzati israeliani per convenienza – hanno solo capito quali sono i forzieri che aprono loro un minimo benessere e uno sprazzo di gloria, non importa se putrido. Continuate pure così, ma vi invito ad una riflessione: non trovate che sia un controsenso essere così schierati, se davvero i vostri lettori ed iscritti sono pacifici? A me sembra che voi dimostriate ampiamente, che sono solo pacifisti, laddove il pacifismo è un’ipocrita forma di sostegno al terrorismo.

 

 

Cordialmente,

Danielle Sussmann 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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