Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
In Arabia Saudita fatwa contro le Soap Opera lecito ucciderne i gestori
Testata: Corriere della Sera Data: 14 settembre 2008 Pagina: 17 Autore: Viviana Mazza Titolo: ««Tv satellitari immorali. Lecito uccidere i gestori»»
«Tv satellitari immorali Lecito uccidere i gestori»
Questo il titolo del CORRIERE della SERA di oggi 14/09/2008, a pag.17., nel servizio di Viviana Mazza. Non siamo appassionati di "Soad Opera", ci è indifferente se hanno successo oppure no. Ci preoccupiamo invece se qualcuno vuole proibirle, come sta avvenendo in Arabia Saudita, dove esistono gli "editti religiosi", cioè le famigerate "fatwa". Conflitto fra civiltà ? Nooooooo......
La fatwa del più alto magistrato dell'Arabia Saudita
L'editto religioso è stato emesso giovedì su «Radio Corano», canale dell'ente radiotelevisivo statale Durante il Ramadan, quando scende la sera, i sauditi come i musulmani in molti Paesi della regione si rifugiano in casa, per mangiare dopo il digiuno di tutta una giornata. E si godono le soap opera su cui i network investono proprio in questa stagione. È un'orgia di tv e di cibo che mal si addice al mese sacro, secondo i più conservatori in Arabia. Ma il giudice capo dell'Alto Consiglio giurisdizionale saudita, lo sheikh Saleh Al-Luheidan, è andato ben oltre gli avvertimenti espressi finora. Ha emesso una fatwa (un editto religioso) alla radio: dichiara che è lecito uccidere i proprietari delle tv che trasmettono programmi «immorali». La fatwa è andata in onda giovedì su «Radio Corano», canale dell'ente radiotelevisivo statale, durante il programma «Illuminare il cammino». Gli ascoltatori telefonano e pongono domande. Uno di loro ha chiesto allo sheikh come vadano giudicati, secondo l'Islam, i proprietari di canali satellitari che mostrano «cattivi programmi » durante il Ramadan. Al-Luheidan ha risposto: «Consiglio a coloro che trasmettono programmi indecenti, che corrompono la società e la fede, che diffondono barzellette e vacui sorrisi oppure inutili perdite di tempo, consiglio loro di desistere... Se non accettano il consiglio potrebbero essere uccisi, perché i predicatori del male, se non desistono, è lecito condannarli a morte». Ha aggiunto che secondo il Corano la condanna a morte è applicabile contro «chi uccide o diffonde il male nella terra». «Le azioni che conducono all'immoralità nella società sono una forma di diffusione del male nella terra — ha argomentato — e meritano di essere punite con la morte». Al-Luheidan è il capo di un consiglio che controlla la magistratura, esprime opinioni sull'applicazione della legge e sulle sentenze di morte, amputazione e lapidazione. Le sue fatwa alla radio non hanno valore legale, ma sono opinioni teologiche rispettate da molti. Su YouTube, dove l'audio è stato diffuso, vi sono diversi commenti in suo favore anche se la maggior parte lo accusano di ottusità. E c'è chi se potesse lo abbraccerebbe: il movimento saudita antimonarchico «Harakat al Islah wa Tajdid» (Riforma e rinnovamento) interpreta la sua fatwa come un invito all'assassinio di membri della famiglia reale. Infatti, molti canali satellitari arabi (che trasmettono anche video musicali denunciati come osceni dai conservatori) sono di proprietà o comproprietà di principi sauditi o imprenditori del Regno. Il network Mbc, che appartiene a un cognato dell'ex re Fahd, ad esempio, ha trasmesso negli ultimi mesi due soap opera turche ( Nour e Anni di perdizione) che hanno conquistato il pubblico saudita (4 milioni di spettatori su 28 milioni di abitanti). I protagonisti di Nour bevono vino, una dei personaggi ha un aborto e il biondo Mohannad, interpretato da un modello 24enne, ha spezzato molti cuori, provocando divorzi e il bizzarro caso di un'anziana contadina che ha veduto tutte le capre perché mungerle le impediva di seguire la serie. Il gran Mufti Abdelaziz Al-Sheikh, massima autorità religiosa, aveva già proibito a luglio di guardare le due soap «immorali» e avvertito l'emittente che trasmetterle è «contro Dio e il Profeta». Al-Luheidan è andato oltre. Forse troppo: i reali sauditi si appoggiano agli ulema per asserire che l'Islam dà loro il diritto a regnare. Ma le parole di Al-Luheidan sembrano incoraggiare i jihadisti (che mirano a spodestare la famiglia reale). Già nel 2005 una tv americana divulgò un sermone in moschea nel quale Al Luheidan autorizzava i sauditi a unirsi alla jihad in Iraq. Lui negò, accusando «criminali e istigatori» di aver manipolato la sua voce. Stavolta però smentire potrebbe essere più difficile. Viviana Mazza (Ha collaborato Farid Adly) Soap opera controverse In alto a sinistra Un caso di opinione pubblica, egiziana; a destra Nour, turca. Qui sopra a sin. Anni di perdizione, turca, e accanto Beautiful (controversa anni fa in Egitto)
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