Egregio sig, Sergio Bianchi, Nella sua lettera, pubblicata ieri, ad Angelo Pezzana lei paragona l'esistenza di alcune limitazioni religiose in Israele con l'imposizione della sharia nei paesi islamici. Ma davvero lei pensa che i disagi da lei ricordati, certo deprecabili, come la difficoltà a comprare il pane a Pasqua, o il non poter usare alcuni telefoni o girare per certe strade di sabato, possano essere considerati "l'esatto corrispettivo", come lei scrive, di leggi che prevedono la lapidazione dell'adultera, la morte dell'apostata, la poligamia per i maschi, il dimezzamento dell'eredità per le donne e, per farla breve, la loro oppressione nella vità familiare e la discriminazione in quella sociale? Le sarò grata se vorrà rispondermi. lettera firmata |