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Pellegrini in Israele: una testimonianza 10/09/2008
Una lettera sull'articolo che si può leggere qui:

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=25784

Cari amici,
desidererei aggiungere un paio di cosine, riguardanti l´ argomento trattato da Angelo Pezzana sul suo ultimo articolo. Ebbene, mi è venuto in mente uno sgradevole episodio, nel quale mi sono trovato mio malgrado coinvolto il 29 maggio 2007 all´ Aeroporto Ben Gurion; episodio che ho avuto modo di raccontare proprio ad Angela Polacco.
Allora, ero in fila per il controllo passaporti quando mi sono accorto di essere circondato da una trentina di persone provenienti dal Veneto. Ad un certo punto ho sentito un tale che strillava da dietro: “mi raccomando, non fatevi timbrare il passaporto!”. Almeno quattro o cinque volte avrá strillato questa frase. Mi sono girato per cercare di capire cosa stesse capitando e ho realizzato che lo strillone era un prete e che le pecore erano un gruppo organizzato. Ho chiesto loro il motivo per cui non dovessero “farsi timbrare il passaporto” e la risposta unanime è stata: “perche´… perche´… perche´ dobbiamo andare in altri posti”. Ho chiesto loro cosa fossero venuti a fare in ISRAELE e mi hanno risposto che erano in pellegrinaggio. Subito dopo una donna mi chiede: “scusi, ma qui in Terra Santa si parla la lingua araba, non è vero?”. Mi sono sentito male, ho sbottato che in Terra di Israele si parla la lingua Ebraica e mi sono diretto allo sportello per esibire il mio passaporto all´ ufficiale del Servizio Immigrazione. Questi, notando la mia espressione di esterrefatto disagio mi ha chiesto cosa mi fosse capitato e in quattro parole gli ho raccontato l´accaduto. “È normale, che ci vogliamo fare?” mi ha risposto ridendo. Beato lui che l´ha presa cosí…
Io invece no. Dopo aver riflettuto per bene su come impostare la faccenda, ho deciso di scrivere una letterina a chi di dovere presso il Vaticano. Il contenuto della lettera era molto semplice: dopo aver preso atto dello stato di completa ignoranza dimostrato dai pellegrini di cui sopra, proponevo l´avvio di una campagna di informazione volta a colmare le numerose lacune che inevitabilmente portano alla creazione di uno stato pregiudiziale nei confronti del Paese che si intende visitare, nella fattispecie Israele. Ho pure fornito i dati (o per meglio dire ho ricordato loro) di Angela, la cui professionalità è a disposizione di tutti coloro che desiderino CONOSCERE Israele.
Non so che fine abbia fatto la mia eMail. Dubito che ció che ho scritto sia servito a far cambiare qualcosa, per lo meno ho tentato e cosí non posso non sentirmi in pace con me stesso.
Cari saluti
Paolo Scanferla – Ein Harod Mehuhad - Israele 

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