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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.09.2008 Sar El:testimonianza di un "Volontario per Israele"
Deborah Fait ci fa conoscere l'esperienza di Glauco Romeo

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 settembre 2008
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait - Glauco Romeo
Titolo: «Sar El:testimonianza di un»

Glauco Romeo e' un italiano, non ebreo, che vive da molti anni in California. Quando era in Israele per il suo volontariato in Sar El mi telefono' perche' aveva letto i miei articoli e voleva conoscermi. Ci siamo incontrati al "Kenion ha gadol" di Rehovot (centro commerciale). Non sapevo come fosse e non avevamo in mano un garofano come segno di riconoscimento ma mentre vagavo per il Centro commerciale vidi un signore altissimo, vestito da israeliano, non da turista straniero : maglietta di zahal, jeans e zaino in spalla.
Ci siamo abbracciati come vecchi amici e abbiamo parlato per ore , seduti in un bar. Caffe', sigarette e Israele Israele Israele.
Stava per ritornare in America e aveva gia' nostalgia di questo paese.
Questa e' una sua testimonianza pubblicata in inglese sul sito di Sar El. Ha scritto anche un libro sulla sua esperienza come volontario per Israele che dovrebbe essere pubblicato a breve.

 

Deborah Fait

 

 

 

Sar El: testimonianza di un volontario per Israele

 

 TESTIMONIANZA NEL SITO DI SAR-EL[*]
*****
Non sapevo cosa aspettarmi quando decisi di partecipare al programma di Sar-El ...
Il mio interesse nei programmi di Sar-El nacque quando fui invitato a una riunione in una grande sinagoga di San Francisco. La parte più interessante della riunione fu il racconto di un giovane israeliano, un membro delle riserve delle forze armate israeliane. Il giovane cominciò dicendo: “Forse voi credete che un soldato israeliano sia un fervente sionista imbevuto di ideali eroici e patriottici. La realtà è molto diversa. La maggior parte dell’esercito consiste di ragazzi che spesso hanno solo 18 anni e possono trovarsi di fronte a situazioni che richiederebbero una maturità di giudizio di solito non disponibile ad adolescenti inesperti”. Poi continuò con la storia di un esiguo plotone di giovani soldati che dovevano preparare un’imboscata vicino a un villaggio palestinese. I soldati passarono la notte nascondendosi tra i cespugli.
All’alba un gregge di capre guidato da un vecchio arabo si fermò vicino al nascondiglio e le capre cominciarono a brucare i cespugli. In principio i soldati non erano visibili, ma man mano che le capre brucavano il nascondiglio cominciava a sparire. Alla fine il vecchio capraio scorse gli israeliani e impallidì di paura. A quel punto i ragazzi erano posti di fronte a un dilemma: cosa fare? Le alternative erano 1) non fare niente, ma il vecchio sarebbe corso di ritorno al villaggio seguito dalle capre, dando l’allarme ai compaesani che forse avrebbero attaccato il piccolo gruppo di soldati; 2) uccidere il vecchio, ma le capre, spaventate, sarebbero fuggite verso l’ovile, mettendo in subbuglio il villaggio con il loro inaspettato ritorno; 3) uccidere tutte le capre risparmiando il capraio, che tornando al villaggio avrebbe suscitato una sommossa; 4) uccidere capre e capraio, la soluzione peggiore sia dal punto di vista morale che tattico. “Queste sono le decisioni che spesso confrontano giovani ed inesperti soldati”, concluse il riservista. Il giovane non diede al pubblico la soluzione del problema, e nessuno dei presenti ebbe la chutzpah[*] di chiederla.
La mia curiosità di Sar-El fu stimolata dal racconto del riservista, e decisi di iscrivermi al programma di tre settimane di durata. Alcune settimane dopo presi un volo per Tel Aviv per recarmi alla base militare assegnatami. Sarei stato ospite dell’esercito israeliano come Volontario per Israele non coinvolto in azioni militari di qualsiasi tipo, ma solo allo scopo di dare una mano d’aiuto nella riorganizzazione di magazzini, lavoro in cucina, trasporto di materiali, e simili attività di ordinaria amministrazione.
In realtà non sapevo esattamente cosa aspettarmi quando decisi di partecipare al programma. Fui piacevolmente sorpreso di trovare la mole di lavoro fin troppo ragionevole, il cibo buono e abbondante, e la sistemazione logistica adeguata. Mi è piaciuto soprattutto il rapporto di amicizia che si è stabilito quasi immediatamente con gli altri membri del mio gruppo di volontari: 27 persone hanno vissuto insieme per due o tre settimane, condividendo abitazione, pasti e mezzi di trasporto, riuscendo ad andare perfettamente d’accordo. Un risultato sorprendente, considerando le differenze di età, sesso e nazionalità: uomini e donne, coppie di mezza età, ragazze americane ciarliere e sempre allegre, persone anziane come me, provenienti da Stati Uniti, Canada, Europa e Sudamerica. Molti di noi, ma non tutti, erano ebrei. Sar-El accetta chiunque, la regola basilare è il rispetto reciproco. Eravamo uniti dalla comune esperienza di vita in un paese esotico, rimossi per breve tempo dalle cure del quotidiano; ma soprattutto ci univa lo stesso sentimento di supporto per Israele.
Tutti i soldati incontrati, ragazze e ragazzi di prima leva e riservisti più maturi, ci hanno dimostrato amicizia e riconoscenza per il nostro aiuto, per quanto limitato in scopo e durata. Parlando con loro ho potuto conoscere meglio il paese e rendermi conto delle difficoltà incontrate ogni giorno dalla popolazione. Il Dr. Aaron Davidi, generale a riposo, fondatore e presidente di Sar-El, ci aveva ricevuto al nostro arrivo all’aeroporto ed è venuto a visitarci due volte alla nostra base. I due giovani soldati assegnati al nostro gruppo, le madrichot (guide) Danielle Chaimovitz e Hadas Avrech, sono state di grande aiuto. Pamela Lazarus, l’organizzatrice locale di Sar-El, è stata infaticabile. Sono grato per i giri turistici di Gerusalemme e Tel Aviv sovvenzionati dal programma, e mi considero privilegiato per aver avuto l’opportunità di vivere in seno alle Forze di Difesa di Israele.
Ci si può innamorare a prima vista di un paese come di una donna. Israele, questo antico-giovane paese esotico ed eccitante, è affascinante. Un giorno dovrò ritornarvi per abbracciare ancora una volta le millenarie pietre del Kotel HaMaariv che parlano di storie cruenti e gloriose.
Sono partito per Israele come un simpatizzante per la causa degli ebrei. Ne sono ripartito come un sionista nello stampo del sogno di Theodor Herzl, quello di un paese ispirato da principi di liberalità, tolleranza e amore per l’umanità. Spero che le decisioni politiche del governo di Israele e dei palestinesi conducano finalmente alla risoluzione dei conflitti con i paesi circostanti e alla creazione di una pacifica Sion.

Glauco Romeo
Fremont, California

*1. Sar-El è l’abbreviazione di Sherut Le Israel, Servizio per Israele.
*2. Faccia tosta, in yiddish

 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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