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Marco Nese risponde 06/09/2008

Marco Nese, del Corriere della Sera, ha risposto alla mail che Emanuel Segre Amar gli aveva inviato. Pubblichiamo di seguito lettera e risposta. (IC redazione)

Gentile signore,
prima di tutto se legge bene ho ricordato la storia di Khomeini che mandava i bambini a morire sulle mine. Io non ho nessuna ragione per fare omissioni. Quello che spesso i lettori non capiscono è che in un articolo non si può mettere tutto per ragioni di spazio. E allora succede che se non citi i cinesi si offendono quelli di Taiwan, se non parli male dei turchi si offendono i greci, se non ricordi i misfatti dei palestinesi si offendono gli ebrei. Io devo dirle che ho grande simpattia per Israele, sono stato perfino dentro la Knesset a seguire una cerimonia per l’anniversario dell’Olocausto, ho molti amici ebrei, e se c’è una religione che io detesto è quella musulmana, eppure  ecco che lei mi viene ad accusare magari di essere filopalestinese, di ignorare volutamente i danni provocati dai palestinesi e magari anche da al Qaeda.
 
La saluto morto cordialmente, marco nese

Gentile signor Nese,
desidero innanzitutto ringraziarla per la cortesia che ha avuto a rispondermi.
Confesso che il suo accenno ai bambini iraniani mi era sfuggito, e tuttavia la mia disattenzione era stata supportata dalla cartina, non certo preparata da lei, dove di Iran non si parla.
Io non intendevo andare contro i palestinesi, con la mia osservazione, né contro la loro religione, ma contro un certo atteggiamento, purtroppo frequente nei media, di difesa ad oltranza dei palestinesi (basti ricordare gli accordi scellerati tra la RAI e l’OLP).
Ho preso quindi buona nota delle sue parole e, ringraziandola ancora, le invio cordiali saluti

Emanuel Segre Amar








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