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La Stampa Rassegna Stampa
06.09.2008 Succede a Meà Shearim
La cronaca di Francesca Paci

Testata: La Stampa
Data: 06 settembre 2008
Pagina: 14
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Le ronde della morale contro minigonne e IPod»

Sulla STAMPA di oggi, 06/09/2008, a pag.14, un articolo di Francesca Paci  dal titolo " Le ronde della morale contro minigonne e IPod ", sul quartiere ultra ortodosso " Meà Shearim" di Gerusalemme, un argomento sempre di estrema attualità, visto che il 30% degli abitanti della capitale sono religiosi. Certamente non superortodossi, anzi, sovente in netto contrasto con le posizioni estreme degli haredim. Sarà interessante vedere come i media italiani renderanno conto delle diverse tesi dei candidati a sindaco nella imminente corsa elettorale. Nir Barkat, l'unico candidato laico, ha buone possibilità di vincere la gara, e sottrarre Gerusalemme alla guida dei partiti religiosi, grazie al fatto che il loro fronte è quanto mai frammentato. Ecco l'articolo:

Il negozio di elettronica Space si è arreso tre giorni fa. Dopo l'assedio dei «guardiani della morale», che per una settimana hanno presidiato l'ingresso, il proprietario di questo magazzino senza finestre, nel sottoscala di una palazzina scalcinata nel rione ebraico ultraortodosso di Mea Shearim, a Gerusalemme, ha tolto i lettori Mp4 dagli scaffali. La milizia religiosa, che da due mesi terrorizza le famiglie del quartiere aggredendo le donne con gli avambracci immodestamente scoperti e irrompendo nei bazar high-tech più audaci, ha vinto la battaglia contro i riproduttori di video considerati demoniaci come gli aquiloni di Kabul nell'era talebana. Ma la guerra è aperta, giura un commesso con la kippah in testa e i peot, i boccoli ai lati del viso. Sì, perché i rabbini locali, custodi di un microcosmo chiuso e fermo alle usanze di cento anni fa, non sono disposti a farsi scavalcare dai figli nello scontro con la modernità.
«La milizia è la reazione violenta al mutamento sociale degli ultimi 15 anni» ammette Mayer Owitz, giornalista di HaKol HaHaredi, la radio telefonica degli ebrei ultraortodossi, il 10 per cento della popolazione israeliana. Digiti 2 per le informazioni, 4 per i titoli dei giornali kosher, 5 per gli orari della preghiera, ultimo baluardo alla laicizzazione che minaccia la famiglia tradizionale. Il direttore, Meny Shwarz, risponde alle chiamate dall'appartamento a Ramot Eschot. Da qualche settimana il notiziario è monopolizzato dalla milizia.
«In questa zona la Commissione per la purezza esiste da mezzo secolo» spiega Shwarz. Un collegio di rabbini responsabile delle regole del decoro: «La Commissione ha anche un braccio armato, le mishmret hatzniut, squadre della modestia, incaricate di correggere le devianze». Nulla di militare, ufficialmente. «I rabbini non autorizzano la violenza, ma talvolta le mishmeret fanno di testa loro e magari, dopo aver invitato una ragazza a sedere nella parte posteriore dell'autobus o un pedofilo ad andarsene, passano alle mani». Nel 1990 la polizia israeliana trovò il cadavere di Avi Edri nella foresta di Ramot, alle porte di Gerusalemme. L'inchiesta accertò che era stato massacrato da una «squadra» perché sospettato d'intendersela con una donna sposata.
La milizia religiosa, novità del 2008 con epicentro a Mea Shearim, è un ulteriore sviluppo. Cani sciolti, secondo Meny Shwarz: «Li chiamiamo sikrikim, sicari, sono una trentina, autorganizzati, fanno parte del gruppo dei Neturei Karta, gli antisionisti amici dell'Iran». Potrebbero essere loro, secondo gli inquirenti, i responsabili del pestaggio della trentunenne di Ma'alot Dafna, rea di aver divorziato ed essere rimasta a vivere tra i religiosi. Gli agenti hanno fermato Binyamin Meirovich, Shmuel Weissfish, Elhanan Buzaglo: verranno processati in autunno ma non temono la giustizia terrena, giurano di avere dalla loro Dio e popolo. «Andiamo casa per casa con il gas lacrimogeno, la polizia capisce» ha rivelato uno degli imputati in un'intervista a Channel 10. Un anno fa, mille ebrei religiosi scesero in piazza a Beit Shemesh, vicino a Gerusalemme, contro i sicari, più realisti del re.
«La violenza nel mondo ultraortodosso c'è sempre stata» nota il professor Kimmy Caplan, docente di storia ebraica all'Università Bar Ilan. In 15 anni il Crisis Center for Religious Women ha raccolto 40 mila denunce di abusi sessuali e percosse domestiche. Le «squadre» sono un fenomeno nuovo, sociale, postmoderno.
La milizia ha vinto la battaglia degli Mp4 con Space, ma il rabbino Shmuel Auerbach è venuto dal quartiere ortodosso «liberal» di Shaarei Tzedek a benedire l'inaugurazione del neonegozio che espone l'intera collezione Dvd del National Geographic e numerosi cd d'inni tradizionali. Musica occidentale no, hanno ribadito i suoi colleghi di Bnei Brak, il sobborgo ultraortodosso di Tel Aviv. Ma per le melodie di shabat cantate da voci maschili si può chiudere un occhio.

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