La Francia non cambia la Siria che continua a boicottare la pace
Testata: Il Foglio Data: 05 settembre 2008 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «C’è un rischio nel neogollismo di Sarko»
Un editoriale del FOGLIO sulla politica siriana di Sarkozy:
Dopo il non brillante esito della missione caucasica, Sarkozy ha effettuato una mossa clamorosa quanto azzardata: ieri ha partecipato a Damasco a un vertice con al Assad, Erdogan e l’emiro del Qatar al Thani. Visita priva di riscontri pratici ma colma di significato simbolico perché sancisce il reintegro del dittatore siriano tra gli interlocutori a pieno titolo della Francia (e dell’Ue), chiudendo la fase di ostracismo decretata dall’Amministrazione Bush. Naturalmente il punto non è se si debba o no trattare con Assad, ma se Assad modifica o no le sue posizioni e il suo ruolo destabilizzatore del medio oriente. Sotto questo profilo, il bilancio di Sarkozy è negativo: da quando ha ricevuto Assad a Parigi, questi ha rafforzato il suo appoggio al progetto atomico di Ahmadinejad, ha aperto nuove relazioni con il Libano del presidente Suleiman, ha emarginato il “fronte del 14 marzo” di Saad Hariri e si è schierato a fianco di Putin nel corso della crisi georgiana. Per di più, al Assad ha ribadito ieri la tradizionale posizione con cui la Siria da decenni boicotta tutte le trattative intraprese: la subordinazione dell’accordo con Israele a un quadro di sistemazione di tutto il contenzioso regionale, con il rifiuto di ogni ipotesi di “trattato” bilaterale Damasco- Gerusalemme. Dunque, nulla si sta modificando nella posizione siriana, mentre enormi sono i ritorni che Assad ricava da un’apertura di credito di Sarkozy che trova scarse spiegazioni, se non in un’arrischiata logica neogollista che sinora ha portato dividendi soltanto all’oltranzismo arabo.
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