Niente giustizia per ebrei e italiani cacciati dalla Libia e c'è chi riscrive la storia, inventando un Gheddafi da sempre "moderato"
Testata: La Repubblica Data: 31 agosto 2008 Pagina: 6 Autore: la redazione - Luciano Nigro Titolo: «L´esule Majar: "Ma anche Tripoli deve scusarsi non c´è giustizia per ebrei ed italiani cacciati" - Gheddafi non è il diavolo quando parlavamo in tenda ragionava da moderato»
Commentando l'accordo Italia-Libia, Viktor Majar ricordal'esodo dimenticato degli ebrei e degli italiani dal paese arabo:
ROMA - «Scuse e risarcimento alla Libia tardive ma dovute. L´Italia lì ha ucciso e mostrato il volto feroce di un potere fascista. Tuttavia è una beffa che non siano accompagnate da quelle altrettanto dovute agli italiani che hanno dovuto abbandonare Tripoli negli anni Settanta». Viktor Majar, consigliere della comunità ebraica di Roma, ex consigliere comunale Ds, sulla storia di quegli italiani che è un po´ quella della sua famiglia ha scritto un libro ("E venne la notte"). A dieci anni, nel ´77, costretto ad abbandonare Tripoli. Ben venga quel patto che pure l´associazione dei rimpatriati (Airl) contesta, ma «ancora una volta, le responsabilità degli stati ricadono sulla gente», dice. «Nessuna giustizia per gli italiani che hanno vissuto fino alla cacciata degli ebrei e poi dei connazionali imposta da Gheddafi negli anni Settanta. Ricchezze abbandonate e «non indennizzate». «Quel che più pesa? L´impossibilità portare un fiore ai propri morti: il visto viene negato ai concittadini che sono nati in Libia».
Giulio Andreotti, intervistato daLuciano Nigro, riscrive la storia. Gheddafi secondo lui è sempre stato moderato e filooccidentale. E non ha mai neanche bombardato Lampedusa.
ROMA – Ha incontrato molte volte il colonnello Muammar Gheddafi, sotto la sua tenda, Giulio Andreotti. Inevitabile per il più filoarabo degli italiani, il politico che, da quando Gheddafi è al potere, è stato sette volte premier e cinque ministro degli Esteri. Anni nei quali è successo di tutto, come nel 1986 quando stava per scoppiare una guerra, anche se Andreotti oggi dice che «ci fu molta esagerazione» e non esclude che il missile contro Lampedusa fosse «una montatura». Come giudica l´accordo con la Libia firmato ieri da Berlusconi? «Molto giusto, tra i paesi del Mediterraneo occorre un´intesa. E tra Libia e Italia la chiusura del contenzioso coloniale era matura da tempo». Se era matura perché ci sono voluti 40 anni? «Era un po´ difficile da affrontare per entrambe le parti e le questioni interne dei due paesi hanno spesso finito per prevalere». Ci sono stati due momenti drammatici. Il primo: le requisizioni dei beni di ventimila italiani e la loro espulsione. «E furono costretti a venire via senza avere nessuna colpa». L´altra crisi nell´86. Lei era alla Farnesina quando i libici spararono su Lampedusa. «Forse ci fu un po´ di esagerazione nella valutazione dell´episodio da parte dell´opinione pubblica». Minimizza, senatore Andreotti? Forse quel missile non è mai stato sparato, come sostiene qualcuno? «E´ una storia che ho sentito da una persona molto seria che parla di una possibile montatura». Anche lei convinto del falso incidente? «Potrebbe esserlo». Ha incontrato in molte occasioni Gheddafi? «Più volte, sì». Che idea si è fatto di lui? «Positiva. Mi è sempre apparso un uomo molto concreto, con le idee chiare sui rapporti tra est e ovest. Un giorno mi disse: "chi può credere davvero che io sia amico dei russi?"»: Disse così? «E aggiunse: chi può pensare che io sia amico di quei senza dio dei russi?»: Vuole dire che non è mai stato un nemico dell´Occidente? Eppure Reagan lo dipingeva come un diavolo. «Ricordo una volta in cui faceva ragionamenti talmente moderati che dentro di me pensavo: "se fosse possibile registrarlo, intercettarlo come si dice oggi, si rettificherebbe l´immagine che il mondo ha di lui"». Cinque miliardi, la venere di Cirene, le scuse dell´Italia sono il prezzo giusto? «Pur essendo informato, non conosco tutti i dettagli. La mia è una valutazione politica». Appunto, senatore: l´accordo porterà più gas e meno clandestini? «Detta così è un po´ dura. Certamente c´è un eccesso di immigrati e tutto ciò a danno anche loro perché vivere in Italia non sempre è facile. In ogni caso, la diminuzione dei clandestini non è così automatica».
Sulla lotta all'immigrazione clandestina, è bene ricordare con quali metodi Gheddafi l'ha condotta in passato, prima di scegliere di utilizzare le masse di disperati africani come arma di pressione e ricatto verso l'Italia. Fabrizio Gatti, in un articolo pubblicato da L'ESPRESSOche si può trovare la seguente link, ne forniva nel marzo del 2005 un quadro agghiacciante http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=13081