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Il Foglio Rassegna Stampa
29.08.2008 Barack Obama e il Medio Oriente
secondo Dennis Ross, tra i suoi consiglieri

Testata: Il Foglio
Data: 29 agosto 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «L'Amministrazione democrat e l'Iran»
Da Il FOGLIO del 29 agosto 2008:

Saranno le qualità dell’uomo, più dell’esperienza, a fare di Barack Obama un ottimo presidente se vincerà le elezioni. Dennis Ross, consigliere ascoltato del senatore democratico sulle questioni internazionali, è ovviamente benevolo. Ammette che John McCain può contare su basi più solide per quanto riguarda la politica estera, ma “Obama ha una grande capacità di afferrare i concetti, di comprendere il contesto strategico – insiste Ross con il Foglio – e di mantenere la mente lucida sugli obiettivi da raggiungere. Tutto questo fa supporre che farebbe bene da presidente, in particolare sul medio oriente”. Insomma, Obama è inesperto ma sveglio. Ross è un analista dell’Institute for near east policy di Washington. Ha lavorato per George H.W. Bush e Bill Clinton, per più di dodici anni ha avuto un ruolo importante nella strategia americana in medio oriente e nei negoziati fra Israele e Anp. E’ un democratico dichiarato, sebbene abbia la vorato per un’Amministrazione repubblicana. Nel suo ultimo libro, su come restituire all’America il suo posto nel mondo, sostiene la necessità di una politica neoliberal basata su un uso più incisivo e concreto dell’azione di governo. Questo spiega perché Ross ha offerto la propria consulenza a Barack Obama e lo ha accompagnato nel suo recente viaggio in Israele e in Europa. Con lui, sostiene Ross, il sostegno americano a Gerusalemme rimarrebbe forte: per il senatore nero, “Israele è un alleato solido e i due paesi sono legati da valori e interessi comuni: chi minaccia Israele, minaccia anche l’America. L’ho sentito parlare molto concretamente sulla questione di Gerusalemme. Il suo approccio ha tre elementi: Gerusalemme è la capitale di Israele, la città non dovrebbe mai più essere divisa e la sua condizione finale dovrebbe essere concordata con dei negoziati. La sua posizione è sempre stata questa Conoscere la posizione di Ross sul medio oriente significa comprendere meglio anche il futuro della politica estera americana con Obama presidente. L’analista ritiene che il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, sia un interlocutore credibile e necessario nei negoziati di pace sul medio oriente. “Lo conosco dal 1993 e ho passato un’enorme quantità di tempo con lui – dice al Foglio – E’ sempre stato molto chiaro nel dire che cercava la pace e la coesistenza con Israele e si opponeva al terrorismo. Ha rifiutato la violenza per diventare presidente dell’Anp: questo non ha precedenti nella storia dei leader palestinesi. Il Likud, Kadima e chiunque ha avuto a che fare con lui, tutti pensano che sia un partner affidabile per il processo di pace”. La missione di Obama in Israele, a luglio, ha rivelato il forte sostegno del candidato democratico al processo di pace, a prescindere dalla forza che guiderà Israele. “Obama considera imparziali le relazioni fra Stati Uniti e Israele– dice Ross – i due paesi lavoreranno assieme qualsiasi sia il partito al potere”. Uno degli errori di Bush in medio oriente, dice Ross, è stato quello di “equiparare le elezioni alla democrazia. Movimenti come Hamas, che vogliono partecipare al voto senza abbandonare le armi, non sono partiti politici ma milizie libere di dissociarsi dal sistema quando questo non va più bene. Se l’Amministrazione Bush avesse insistito sui criteri che stabiliscono chi può partecipare alle elezioni e chi no, Hamas non si sarebbe potuto presentare. I suoi membri boicottarono le elezioni precedenti proprio perché non erano pronti a soddisfare i criteri. Nel 2006, Obama si è opposto alla presenza di Hamas alle elezioni. Dobbiamo promuovere la democrazia garantendo criteri chiari. Chi si vuole candidare deve scegliere: schede elettorali o proiettili, non entrambi”. In Israele, dice Ross, Obama ha spiegato chiaramente la sua posizione sull’Iran e sulla minaccia nucleare degli ayatollah: è essenziale impedire a Teheran di ottenere – dice Ross – i due paesi lavoreranno assieme qualsiasi sia il partito al potere”. Uno degli errori di Bush in medio oriente, dice Ross, è stato quello di “equiparare le elezioni alla democrazia. Movimenti come Hamas, che vogliono partecipare al voto senza abbandonare le armi, non sono partiti politici ma milizie libere di dissociarsi dal sistema quando questo non va più bene. Se l’Amministrazione Bush avesse insistito sui criteri che stabiliscono chi può partecipare alle elezioni e chi no, Hamas non si sarebbe potuto presentare. I suoi membri boicottarono le elezioni precedenti proprio perché non erano pronti a soddisfare i criteri. Nel 2006, Obama si è opposto alla presenza di Hamas alle elezioni. Dobbiamo promuovere la democrazia garantendo criteri chiari. Chi si vuole candidare deve scegliere: schede elettorali o proiettili, non entrambi”. In Israele, dice Ross, Obama ha spiegato chiaramente la sua posizione sull’Iran e sulla minaccia nucleare degli ayatollah: è essenziale impedire a Teheran di ottenere – dice Ross – i due paesi lavoreranno assieme qualsiasi sia il partito al potere”. Uno degli errori di Bush in medio oriente, dice Ross, è stato quello di “equiparare le elezioni alla democrazia. Movimenti come Hamas, che vogliono partecipare al voto senza abbandonare le armi, non sono partiti politici ma milizie libere di dissociarsi dal sistema quando questo non va più bene. Se l’Amministrazione Bush avesse insistito sui criteri che stabiliscono chi può partecipare alle elezioni e chi no, Hamas non si sarebbe potuto presentare. I suoi membri boicottarono le elezioni precedenti proprio perché non erano pronti a soddisfare i criteri. Nel 2006, Obama si è opposto alla presenza di Hamas alle elezioni. Dobbiamo promuovere la democrazia garantendo criteri chiari. Chi si vuole candidare deve scegliere: schede elettorali o proiettili, non entrambi”. In Israele, dice Ross, Obama ha spiegato chiaramente la sua posizione sull’Iran e sulla minaccia nucleare degli ayatollah: è essenziale impedire a Teheran di ottenere dice il consigliere di Obama – dovrebbe essere pensato per cambiare l’atteggiamento della Siria nei confronti dell’Iran, del Libano, di Hezbollah e di Hamas. L’Amministrazione Bush dice semplicemente che la Siria sa già quello che deve fare. Ovviamente non lo sta facendo. Possiamo stare ai margini e avere pochissime possibilità di influenzare l’atteggiamento di Damasco, oppure possiamo vedere se è possibile condizionare le loro scelte. Ovviamente il governo israeliano crede che valga la pena di provare con la seconda possibilità: è per questo che sono cominciati negoziati indiretti fra Gerusalemme e Damasco, con la mediazione di Ankara”. Le critiche degli avversari politici e degli analisti sull’inesperienza in campo internazionale non smontano la fiducia di Ross in Obama. “L’ho visto al lavoro con alcuni leader di caratura mondiale nel suo viaggio in Israele e Europa, posso dire con grande fiducia che farebbe molto bene nel caso in cui diventasse presidente”.

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