Video che si fanno beffe di Gilad Shalit sono la nuova moda di Gaza
Testata: L'Opinione Data: 29 agosto 2008 Pagina: 0 Autore: Michael Sfaradi Titolo: «Buon compleanno Gilad Shalit»
Da L'OPINIONE del 29 agosto 2008:
Il 25 agosto Ehud Olmert, Primo Ministro israeliano, ha fatto rimettere in libertà 198 terroristi di Fatah, di Hamas e della Jihad islamica. Gente con le mani sporche di sangue che, senza alcuna pietà, ha fatto attentati contro la popolazione civile senza aver mai avuto il minimo pentimento. Professionisti del terrore che presto rivedremo all’opera. Questo regalo, oltre ai vari aspetti politici e al desiderio di ben disporre il segretario di stato americano Condoleezza Rice, è stato sicuramente concesso come gesto distensivo nella speranza che a regalo seguisse un altro regalo. Olmert però, come ringraziamento, ha ricevuto una nuova presa in giro sotto forma di un videoclip. A Gaza, infatti, è scoppiata una nuova moda, i video dove Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito da Hamas e che da più di due anni è prigioniero, è il solo ed unico protagonista. C’è un vero e proprio commercio di questi video che durano dai 10 secondi a diversi minuti, e che costano dai 5 ai 20 shekel israeliani (1-4 euro). In questi “capolavori della cinematografia” si vede Shalit in divisa di Hezbollah che chiede la mano di una donna araba. Oppure si sente la sua voce, presa dall’ultimo messaggio audio che Hamas ha fatto pervenire ai media di tutto il mondo dove, parlando in arabo lingua che non conosce, al posto delle suppliche al governo israeliano di liberarlo, dice di essere felice e che presto scriverà una cartolina di auguri. Negli ultimi giorni questi video passano di telefonino in telefonino e girano, come allegati, nelle mail all’interno della striscia di Gaza e fra Gaza e la Cisgiordania.
Se pensiamo solo per un momento che tutto questo accade proprio in concomitanza del compleanno di Shalit, il terzo che passa in prigionia senza che di lui si abbiano notizie, il tutto assume, come se ce ne fosse bisogno, aspetti ancora più macabri. Comportamenti di questo tipo danno la misura dell’imbarbarimento di una larga parte della popolazione palestinese dopo anni di indottrinamento all’odio e alla guerra santa. Ci danno la misura dell’impotenza della comunità internazionale nei confronti dei terroristi di Hamas che dopo essersi fatti beffe della legalità internazionale, delle convenzioni di Ginevra e, soprattutto, del rispetto per il nemico che è il segno del valore di un uomo in guerra ci danno ulteriore prova della loro totale mancanza di rispetto e umanità, dove il dolore di una famiglia diventa motivo per goliardiche ilarità. Ieri 28 agosto 2008 era il compleanno di Gilad Shalit e l’unico regalo che possiamo fargli è la promessa che, non importa il prezzo che si dovrà pagare, faremo di tutto perché possa tornare a casa, dai suoi genitori, dai suoi amici, dal suo popolo, e quel giorno, che speriamo sia più vicino di quanto attualmente possiamo credere, il vero regalo lo farà lui a noi ritornando ad essere uomo libero.
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