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La Stampa Rassegna Stampa
24.08.2008 Quando la realtà supera la fantasia
i romanzi di Ala Al-Aswani e la proposta dell'ordine dei medici egiziano di vietare la donazione d'organi tra musulmani e copti

Testata: La Stampa
Data: 24 agosto 2008
Pagina: 28
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «Medici d'Egitto e trapianti proibiti»
Da La STAMPA del 24 agosto 2008:

Soperchieria? «Sì, proprio così. Ai miei tempi il direttore del dipartimento di chirurgia generale era il dottor ‘Abd al-Fatah Balba, un fondamentalista che dichiarava apertamente il suo odio per i copti. Riteneva che secondo i canoni dell’islam insegnare chirurgia ai copti fosse un’azione illegittima perché consente a degli infedeli di tenere nelle proprie mani la vita dei musulmani!» «Strano davvero!».
Qualche giorno fa l’ordine dei medici del Cairo ha lanciato una proposta di legge per vietare le donazioni di organi interconfessionali, in altre parole fra arabi musulmani e arabi cristiani copti. Per fortuna si è levato un gran polverone, e i professionisti egiziani del bisturi hanno prontamente - ma temporaneamente - ritirato la proposta. La notizia di per sé sgomenta: a quanto pare i territori della discriminazione sono davvero sconfinati. Come se non bastassero colori della pelle, luoghi di culto, redditi pro-capite e usanze alimentari, ci si mette anche il tavolo operatorio a stabilire frontiere invalicabili. Eppure, nella sua natura paradossale, questa alzata d’ingegno di alcuni medici egiziani riesce persino a strappare un sorriso: la realtà supera la fantasia.
Se infatti questa è la realtà, la fantasia ce l’ha messa ‘Ala Al-Aswani (dentista e scrittore nato al Cairo nel 1957) nel suo ultimo libro, intitolato Chicago (Feltrinelli). L’abbiamo letto e amato in Palazzo Yacoubian per il perfetto equilibrio fra narrazione e ironia, lo ritroviamo in questo romanzo ambientato nel piccolo mondo di medici e ricercatori egiziani che lavorano nella metropoli americana. Vizi e virtù di questa piccola comunità di espatriati per ragioni di studio e professione, ma anche specchio del paese d’origine, così come si riflette, ad esempio nella chiacchierata fra un giovane nuovo arrivato e due «veterani» del mestiere, che si conclude così: «Come può un docente di chirurgia avere idee così stupide?» «In Egitto è decisamente possibile».
È dunque una forma di realismo assai poco magico. Forse bisognerebbe inventare un nome, per il realismo di Al-Aswani così capace di prefigurare situazioni ai limiti dell’incredibile, che pure diventano vere: il suo libro è un serrato intreccio di equivoci e fatalità, di eventi prevedibili e altri inimmaginabili. Proprio come la proposta di legge dei medici d’Egitto.

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