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Carissima redazione di IC, sono un vostro attento e quotidiano lettore ormai da qualche anno e mi trovo quasi sempre d'accordo con le Vs. posizioni. Debbo però dissentire sullla Vs. critica al lavoro di Toaff (pur non avendolo ancora letto) sulla base del seguente ragionamento: non dovremmo mai avere timore per la ricerca storica: se questa si basa su falsità e dati non dimostrati allora va contestata in sede di dibattito storico - scientifico, con la documentazione eventualmente prodotta e non certo nell'ambito della - ancorché giusta e legittima - polemica politica. Mi pare un po' ingiusto, nei confronti dello storico Toaff (cher mi pare abbia lavorato e prodotto la sua opera a Gerusalemme), non concedere a priori la possibilità di un dibattito ed un confronto storico. Ove fossero rinvenuti nella storia di qualsiasi popolo o cultura, e quindi anche in quella del popolo ebraico, episodi o comportamenti che - oggi - possono sembrarci negativi ciò non toglierebbe nulla alla sacrosanta e giusta lotta di Israele di difendersi e sopravvivere. Non dovremmo mai temere, proprio perché il compito è di svelare le menzogne e le falsità, qualsiasi ricerca storica e il dibattito conseguente. Con rinnovata stima, affetto ed amicizia, lettera firmata Gentile amico, il punto è proprio che "in sede di dibattito storico - scientifico" le tesi di Toaff sono state ampiamente demolite. Possiamo citare le recensioni negative di alcuni dei maggiori specialisti della materia, da Adriano Prosperi, a Carlo Ginzburg, fino Ronnie Ronnie Po-Chia Hshia. La "polemica politica" che esula dal dibattito storico è quella di chi vuole presentare uno studioso che ha semplicemente tradito gli standard sceintifici della sua disciplina come un perseguitato e un martire del libero pensiero |
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