Israele censura la letteratura araba ? chi lo teme è solo disinformato
Testata: La Stampa Data: 21 agosto 2008 Pagina: 32 Autore: un lettore Titolo: «in Israele»
La STAMPA del 20 agosto 2008 ha pubblicato la seguente lettera
Alcuni giorni fa si è avuta notizia che Israele ha vietato l’importazione di libri tradotti in arabo, provenienti da Siria e Libano, tra cui alcuni classici per ragazzi (come Pinocchio) e classici della letteratura araba. È questo il risultato della strenua difesa della partecipazione di Israele come ospite d’onore al Salone del Libro di Torino e di tutti i «distinguo» tra cultura e politica? Luciano Carena
Alla STAMPA è stata inviata una lettera del vice-presidente dell'Associazione Italia-Israele di Torino, che ci sembra valga come risposta:
Per quanto riguarda la vendita dei libri in lingua araba,in Israele non esiste alcuna censura, come teme il lettore Carena, evidentemente disinformato. Nel caso in questione, la letteratura per ragazzi, occorre sapere che il bacino di vendita in Israele è alquanto limitato per quanto riguarda quel settore, per cui i punti vendita venivano riforniti da un unico distributore con sede a Beirut, che provvedeva ad evadere gli ordini delle librerie. Questo fino al giorno dell'ingresso nel governo libanese del movimento terrorista Hezbollah, che ha cambiato i rapporti tra lo Stato ebraico ed il Libano, divenuto di fatto uno Stato nemico. Con la conseguenza che tutti i rapporti commerciali sono stati interrotti. I libri per ragazzi in lingua araba dovranno arrivare da altro stato arabo, ce ne sono tanti, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Ci sarà un altro distributore, che, siamo sicuri, provvederà ad evadere tutte le ordinazioni. Chi si preoccupa degli attacchi alla libertà di espressione dovrebbe dunque rivolgere il suo sguardo altrove: la censura non è certo una politica israeliana.
Emanuel Segre Amar
Vice Presidente Associazione Italia-Israele di Torino
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