Il Medio Oriente e la crisi russo-georgiana: Sergio Romano torna ad accusare Israele di "sproporzione" mentre Bernard Henry Levy viene informato del ricatto di Mosca a Israele
Testata: Corriere della Sera Data: 20 agosto 2008 Pagina: 0 Autore: Sergio Romano - Bernard Henry Levy Titolo: «Le paure di uno zar - Nei campi di morte della nuova Cecenia»
In due articoli pubblicati dal CORRIERE della SERA del 20 agosto 2008, riguardanti il conflitto russo-georgiano, si fa riferimento alla situazione mediorentale. Sergio Romano, nell'editoriale "Le paure di uno zar" scrive:
Quando qualcuno a Mosca, dopo lo scoppio della crisi georgiana, ha proposto la convocazione del Consiglio Nato-Russia, la Nato ha risposto con la convocazione di un Consiglio Atlantico che ha accusato Mosca di avere fatto un uso sproporzionato della forza; quasi che non vi fossero state altre circostanze recenti — i 78 giorni durante i quali la Nato ha bombardato la Serbia, i 35 giorni durante i quali Israele ha bombardato il Libano — in cui l'uso della forza poteva essere considerato, da altri punti di vista, «sproporzionato».
Durante la guerra tra Israele ed Hezbollah i missili del gruppo terroristico continuavano a colpire Haifa e il nord di Israele. L'intervento russo è stato motivato dalla difesa dell'Ossezia del sud, che le truppe di Tbilisi hanno subito abbandonato, ma si è risolto in breve tempo in una invasione della Georgia. Dunque, Israele si stava difendendo, la Russia ha utilizzato la crisi osseta come pretesto per una politca imperiale. Il paragone tra i due contesti è dunque del tutto inappropriato.
Bernard Henry Levy nell'editoriale "Nei campi di morte della nuova Cecenia" cita un generale russo:
«Abbiamo convocato a Mosca il ministro degli Esteri israeliano. Gli è stato detto che, se continuava a rifornire i georgiani, noi avremmo continuato a rifornire Hezbollah e Hamas ». Avremmo continuato...Che confessione!
E il presidente georgiano Shakasvili:
La Russia è alleata dell'Iran. Anche i nostri vicini armeni non sono lontani dagli iraniani. Immagini che a Tbilisi si installi un regime favorevole alla Russia. Avremmo un continuum geostrategico che andrebbe da Mosca a Teheran. Spero che la Nato lo capisca.
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