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La Repubblica Rassegna Stampa
18.08.2008 L'Iran testa la sua capacità di colpire Israele
rendendo sempre più concreta la minaccia nucleare

Testata: La Repubblica
Data: 18 agosto 2008
Pagina: 0
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Satellite iraniano nello spazio Bush protesta, paura in Israele»

Da La REPUBBLICA del 18 agosto 2008, un articolo sulla corsa agli armamenti iraniani.
Sorprendentemente, per Fabio Scuto l'unico obiettivo di Teheran sarebbe mettersi al sicuro «da un possibile attacco preventivo contro le sue installazioni nucleari ».
E' evidente, però, che "aerei da combattimento in grado di volare per 3.000 chilometri senza rifornimento", razzi in grado mettere in orbita satelliti e razzi Shahab 3 con gittata di 2000 chilometri sono utlizzabili non solo per "rispondere" a un azione israeliana, ma anche per attaccare. E' proprio la tecnologia missilistica e aerea iraniana a rendere concreta la minaccia della bomba degli ayatollah ( e a togliere ogni eventuale dubbio residuo sulle vera natura e sulle vere finalità del programma nucleare iraniano).

Ecco il testo dell'articolo

GERUSALEMME - Terzo colpo di scena degli ayatollah iraniani questa estate, in un crescendo di annunci e smentite che sembrano frutto di un´accurata regia. Il comandante in capo dell´Aviazione iraniana, il generale Ahmad Mighani, ha annunciato ieri che Teheran possiede aerei da combattimento in grado di volare per 3.000 chilometri senza rifornimento, cosa questa che consentirebbe ai caccia iraniani di raggiungere e colpire il territorio di Israele.
E nello stesso giorno l´Iran ha fatto sapere di aver lanciato un razzo nello spazio in grado di portare un satellite. La notizia del lancio è arrivata dopo una ridda di precisazioni e smentite che hanno creato un´atmosfera di autentico giallo. Un atto giudicato «inquietante» dagli Stati Uniti. Il presidente americano, nel ranch di Crawford per le vacanze, ha affidato al portavoce Gordon Johndroe l´incarico di dire che il test «solleva nuove preoccupazioni» sulle intenzioni di Teheran, che secondo Washington sta per costruire l´arma nucleare. Per la Casa Bianca «questa iniziativa e le possibilità di farne un doppio uso per il loro programma balistico non sono in linea con gli accordi presi con il Consiglio di sicurezza dell´Onu».
Il thriller iraniano si è così arricchito con il giallo sul lancio del satellite che avrebbe dovuto segnare l´ingresso dell´Iran nel club delle potenze spaziali. Poi in meno di tre ore annunci e smentite hanno fatto il giro del mondo. Nel pomeriggio tv e radio iraniane, citando fonti ufficiali, hanno annunciato che un vettore battezzato "Safir" (Ambasciatore) aveva messo in orbita un satellite di nome "Omid" (Speranza). Il tutto costruito sul suolo iraniano, con tecnologia iraniana, da specialisti iraniani.
Poi la smentita: il razzo è partito ma il satellite è rimasto a terra. Al suo posto ce n´era uno finto. Il primo annuncio è arrivato dal portavoce governativo Gholamhossein Elhan. Poi l´agenzia ufficiale iraniana Irna ha dato anche dettagli. Al lancio era presente «il presidente Mahmoud Ahmadinejad che aveva assistito nella stazione di lancio spaziale dell´Iran. E il satellite è stato lanciato nello spazio per ordine e con un messaggio del presidente». Dopo, ecco arrivare la smentita dal responsabile delle attività aerospaziali iraniane Reza Taghizadeh. «I media iraniani si sono sbagliati. Si tratta del lancio di un razzo in grado di portare un satellite. Il satellite Omid non è stato lanciato». Taghizadeh poco dopo alla tv ha tentato di correggere ulteriormente il tiro. «Il vettore Safir per la prima volta ha messo in orbita un satellite finto». Ma senza spiegare di cosa si tratti esattamente.
Ancor più vago è stato il generale Ahmad Mighani sul nuovo raggio d´azione dei caccia di Teheran: «Siamo riusciti a migliorare la capacità di sorvolo dei nostri aerei, portandola a tremila chilometri senza rifornimento. Non vogliamo in alcun caso aggredire un altro paese. Ma ci difenderemo in caso di aggressione». Le nuove capacità di volo di questi caccia hanno gettato altra tensione, a Washington come a Gerusalemme, che dista poco più di mille chilometri dalla frontiera iraniana. Il generale Mighani non è però entrato nei dettagli. Affermazioni vaghe, ma che devono essere vagliate con attenzione. Da questa estate Teheran con i suoi lanci sperimentali di missili "Shahab 3", che hanno gittata di duemila chilometri, è in grado di colpire obiettivi diversi; Israele compreso naturalmente.
Annunci e smentite, fughe in avanti ma anche repentini dietrofront dimostrano che l´Iran sta spendendo le sue migliori risorse nel tentativo di dotarsi di un armamento moderno - missili a breve, medio e lungo raggio; nuovi aerei da caccia, presto nuove altre navi militari - soprattutto "autoprodotto". È percepibile il desiderio degli ayatollah iraniani di "mettere a segno" un colpo strategico che li metta al sicuro - almeno per ora - da un possibile attacco preventivo contro le sue installazioni nucleari sospette non solo a Washington e Israele, ma anche all´Aiea di Vienna che ieri ha inviato un team di ispettori in Iran.

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