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Ho letto l'interessante intervento dal titolo "Non si può dire" (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=213&sez=120&id=25593 ) E' proprio vero che non si può dire? E' vero, su quei fatti indicati e su un'infinità di altri, che riguardano attacchi diretti a cristiani ed ebrei c'è un silenzio terribile. Perché? In etica c'è una massima che dice: "Qui tacet censere videtur", chi tace sembra acconsentire. Però ce n'è anche un'altra che afferma: "Non semper qui tacet censere videtur", non sempre sembra che chi tace acconsente. La differenza tra le due massime, che sembra essere contraddittoria, in realtà non lo è. Chi acconsente lo fa "in favorabilibus", per ciò che è favorevole. Mentre "in odiosis", nelle cose odiose, non si può sempre arguire che il silenzio è consenso. Ovviamente questo vale per un'etica oggettiva, quando tutti si concorda su ciò che favorevole e su ciò che è odioso. Ma quando si passa a un'etica soggettiva, dove prevale l'interesse proprio che viene disturbato da chi ne è contrario, allora cambia il punto di vista. Ciò che oggettivamente è odioso, può anche far comodo, specialmente se nuoce agli avversari. Quindi l'oggettivamente odioso, soggettivamente diventa favorevole. Allora si comprende benissimo il silenzio su tutti gli argomenti enumerati e su tanti altri che accadono ogni giorno. In sintesi si può dire che a molti fa comodo tacere su molte efferattezze. Meno ebrei e cristiani ci sono in giro, meglio è per quei personaggi. Tanto non sono essi che si sporcano le mani, lo lasciano fare agli altri. Se poi si tace, cosa volete, ci sono tante altre cose di cui parlare! Ormai sappiamo benissimo con chi è schierata certa gente. Però, attenzione, non è detto che lisciare il pelo a chi fa comodo gioverà alla fine. Perché sempre "dhimmi" sono e "dhimmi" restano. E non comanderanno mai, perché i vili fanno sempre schifo, anche agli oppressori più feroci. |
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