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Il Manifesto Rassegna Stampa
17.08.2008 Crisi nel Caucaso ? E' colpa anche di Israele
l'eterno capro espiatorio

Testata: Il Manifesto
Data: 17 agosto 2008
Pagina: 11
Autore: Manlio Dinucci
Titolo: «C'è anche Israele nella guerra del Caucaso»
Il quotidiano comunista ha una sua versione dei fatti sulla crisi caucasica: è colpa di Israele.
Gerusalemme, naturalmente, non ha nulla a che fare né con la decisione di Tbilisi di attaccare i ribelli osseti, né con quella di Mosca di invadere la Georgia. Compagnie private israeliane, però , hanno armato e addestrato i georgiani (i quali,  forse anche per questo, sono riusciti a evitare che il loro paese fosse fagocitato dalla soverchiante potenza russa).
Tanto basta per descrivere Israele come un paese di guerrafondai per i quali "finché c'è guerra, c'è speranza".

Ecco il testo, dal MANIFESTO del 17 agosto 2008:

«Israele deve essere fiera dei suoi militari che hanno addestrato i soldati georgiani»: così il ministro georgiano della reintegrazione, Temur Yakobshvili, alla radio dell'esercito israeliano. Nel riportare questa dichiarazione, il giornale israeliano Haaretz (11 agosto) specifica che l'addestramento è stato fornito da «un gruppo privato israeliano assunto dalla Georgia». Lo stesso giornale, in un altro articolo, riporta la testimonianza di un veterano delle forze armate israeliane, un certo L., che ha partecipato all'addestramento dei soldati georgiani. Già ufficiale di una unità di élite, L. ha ricevuto un anno fa un'allettante proposta («anche in termini di denaro») da parte di quelli che erano stati i suoi comandanti. Lasciato l'esercito, è stato «assunto dalla Global Cst, di proprietà del generale Israel Ziv, e dalla Defense Shield di proprietà del generale Gal Hirsch». Si tratta di compagnie militari private, cui il governo israeliano commissiona particolari operazioni. La Global Cst opera non solo in Georgia, ma in diversi altri paesi tra cui la Colombia. Così anche la Defense Shield, creata dal generale Gal Hirsch che, dopo aver comandato le forze israeliane nell'attacco al Libano nel 2006, è stato criticato per l'inefficiente condotta della guerra e perciò si è dimesso dall'esercito. La sua esperienza non è però andata perduta: ha creato una propria compagnia militare, in cui ha assunto specialisti già al suo comando. L'esercito georgiano è stato dunque addestrato non solo dagli Stati uniti, soprattutto attraverso il «Georgia Train and Equip Program» (vedi il manifesto, 10 agosto), ma anche da Israele attraverso le compagnie militari «private». Secondo la testimonianza di L. riportata da Haaretz, gli istruttori israeliani hanno addestrato truppe georgiane «in basi situate in tutto il paese», sotto la supervisione di Israel Ziv e Gal Hirsch che assistevano alle esercitazioni. Da Israele, oltre che dagli Usa, sono state fornite alla Georgia armi per il valore di centinaia di milioni di dollari, tra cui aerei senza pilota di ultima generazione. Grazie all'aiuto israeliano, si è vantato il ministro Yakobshvili, «un piccolo gruppo di soldati georgiani è riuscito a sconfiggere una intera divisione russa». Meno ottimista il quadro fatto a Haaretz dall'istruttore L.: «Le basi militari in cui abbiamo addestrato i soldati sono perdute» in seguito all'offensiva russa. Prudentemente, centinaia di israeliani sono stato evacuati con un ponte aereo dalla Georgia. L'incauta dichiarazione del ministro Yakobshvili dimostra che il conflitto georgiano è più complesso di quanto appaia. Allo stesso tempo conferma il crescente ruolo svolto nelle guerre attuali dalle compagnie militari private. Il generale (ora a riposo) Gal Hirsch non dorme però sonni tranquilli: dopo quello in Libano si prospetta il fallimento anche dell'operazione in Georgia. Ma finché c'è guerra, c'è speranza.

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