Israele e le nuove rotte dell'energia ne tratta un articolo di Giorgio S. Frankel, non privo di punti oscuri
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 11 agosto 2008 Pagina: 10 Autore: Giorgio S. Frankel - Paolo Migliavacca Titolo: «Nuove rotte per l'energia - Scoperti al largo di Haifa importanti giacimenti»
Il SOLE 24 ORE dell'11 agosto 2008 pubblica un articolo di Giorgio S. Frankel sui progetti di rotte di rifornimento energetico che dovrebbero fare capo al porto turco di Ceyhan. Alcuni di questi progetti riguardano anche Israele.
L'articolo, sicuramente di grande interesse, non è privo di punti oscuri. Vi si legge per esempio di una pipeline, ora inattiva, che attraversa Israele fino ad Eilat, nel Golfo di Aqaba (sul Mar Rosso): essa, per ironia della sorte, è ancora una joint venture paritaria tra Israele e il governo iraniano ! Quando è stata inaugurata la pipeline, ora inattiva ? Ovviamente prima della rivoluzione khomeinista, ma la circostanza doveva essere specificata, per non ingenerare equivoci (i rapporti tra Israele e l'attuale regime iraniano non sono certo tali da favorire grandi accordi commerciali) Perplessità ancora maggiori sorgono quando, poco righe dopo, si apprende dell'esistenza di una strategia conflittuale, sostenuta da alcuni Paesi, nei confronti della Russia della Cina e dell'Iran Frankel avrebbe dovuto essere più preciso. Per quanto riguarda l'Iran, poi, al momento è evidente la sua strategia conflittuale, verso Israele e verso l'intero Occidente.
Ecco il brano dell'articolo che riguarda Israele:
Turchia e Israele hanno due progetti connessi a Ceyhan. Il primo è un "corridoio infrastrutturale" da Ceyhan a Haifa (Israele), formato da cinque condotte sottomarine che trasportereanno petrolio, gas naturale, elettricità, acqua, cavi a fibre ottiche per le telecomunicazioni. Il secondo prevede l'esportazione del greggioda Ceyhan all'India e altri mercati asiatici passando per Israele: il greggio da Ceyhan arriverà con navi petroliere al porto israeliano di Ashkelon, dove sarà immesso in una pipeline, ora inattiva, che attraversa Israele fino ad Eilat, nel Golfo di Aqaba (sul Mar Rosso): essa, per ironia della sorte, è ancora una joint venture paritaria tra Israele e il governo iraniano | Ad Eilat, il greggio sarà caricato su super-petroliere da 250 mila tonnellate dirette in India. Israele, ha detto Oren Shachor, generale della riserva e presidente della Eilat-Ashkelon Pipeline Co., sarà un "ponte strategico" per le forniture di greggio dall'Asia Centrale all'Estremo Oriente. Le opportunità sono notevoli. Israele, però, non è insostituibile in questo possibile ruolo di "ponte". Inoltre, bisogna vedere se i grandi progetti imperniati su Cehyan saranno tutti realizzati e se la produzione del Caspio riuscirà ad alimentare tutte le pipeline, il che può essere dubbio. Inoltre, l'idea di rifornire da Ceyhan il mercato asiatico è assai discutibile dal punto di vista della razionalità geo-economica e si basa soprattutto sulla possibilità di condurre con successo una strategia conflittuale, sostenuta da alcuni Paesi, nei confronti della Russia, della Cina e dell'Iran. I Paesi produttori della regione hanno comunque interesse a disporre di una molteplicità di vie per il trasporto dei loro idrocarburi. E la Turchia di oggi segue una politica di buon vicinato con tutti. frankel@centroeinaudi.it
Un articolo di Paolo Migliavacca, "Scoperti al largo di Haifa importanti giacimenti" riguarda i giacimenti di gas e petrolio scoperti in Israele, in particolare il giacimento metanifero di Tamar (al largo del porto di Haifa) , il giacimento al largo di Ashkelon e i giacimenti petroliferi scoperti nel Mar Morto.
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