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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.08.2008 Sgominata una cellula jihadista
a Bologna

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 agosto 2008
Pagina: 18
Autore: Grazia Maria Mottola
Titolo: ««Addestravano kamikaze» Cinque arresti a Bologna»
Dal CORRIERE della SERA del 10 agosto 2008:

MILANO — «Una cellula jihadista ispirata ai principi religiosi dell'islamismo più estremo», «operante a Bologna, Imola, Faenza e altrove». Così il gip Rita Zaccariello, nell'ordinanza di custodia cautelare, descrive i risultati di un'inchiesta della Digos bolognese e ravennate (coordinata dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione) durata tre anni che ha portato, all'alba di ieri, all'arresto di cinque maghrebini (più uno ancora latitante) e al coinvolgimento di altri sette: associazione a delinquere finalizzata a commettere atti terroristici all'estero, specialmente in Iraq e in Afghanistan, l'accusa più grave a carico degli arrestati.
«Reclutamento e addestramento di combattenti in nome dell'Islam» l'attività principale del gruppo guidato da personaggi carismatici la cui vita «è già una testimonianza di fede ». Come quella del «colonnello » Khalil Jarraya, moglie bosniaca e quattro figli, che gli investigatori considerano il «vertice della cellula»: tunisino, classe 1969, con casa a Faenza, ha un passato nelle fila del Battaglione dei mujahidin in Bosnia, conosce a memoria il Corano, usa un linguaggio «talvolta poetico che vale a infondere fede negli associati». Jarraya vive di «zakat», elemosina islamica, di fatto lavora per indottrinare le reclute ai principi integralisti fino all'estremo sacrificio, «un vero e proprio allenamento al martirio ». «L'unica soluzione è morire con orgoglio, senza sottomettersi ai miscredenti» scrive in una lettera a un suo adepto. Indagato nel 1997 per associazione a delinquere per reati di falso e contro il patrimonio, condannato a cinque anni nel 2003, scappa in Svizzera, poi torna in Italia e li sconta parzialmente. Quando nel 2005 la Procura di Bologna torna a indagare su di lui, il «colonnello » vive regolarmente in Emilia. Attualmente il suo permesso di soggiorno è stato respinto, e lui si è opposto.
Vita normale anche per Mohamed Chabchoub, 43 anni, tunisino, braccio destro del «colonnello», addetto alla raccolta di fondi e cervello informatico del gruppo: «Infaticabile — scrive il gip Zaccariello — nello scaricare da Internet materiale di propaganda utile per il reclutamento, dando luogo a una vera e propria predicazione per il combattimento ». Attentati a mezzi e strutture occidentali in Iraq e Afghanistan, ostaggi sgozzati o decapitati, istruzioni per imparare a usare gli esplosivi, azioni suicide: Chabchoub cerca nei siti in lingua araba e modalità di accesso riservate, trasferisce su dvd, distribuisce a conoscenti. Il suo «fanatismo» è tale che organizza proiezioni di video incitanti alla Jihad nella sua abitazione, davanti alla figlioletta di quattro anni. «Allievo prediletto» del «colonnello» è sicuramente Hechmi Msaadi, 31 anni, tunisino, l'adepto che «più di tutti manifesta la propria inclinazione» al suicidio. Arrivato in Italia nel 2000, fa l'autotrasportatore.
È talmente invasato che gli investigatori lo riprendono mentre, alla guida del suo camion, si scioglie in lacrime mentre inneggia all'Islam. La sua è una «partenza congelata » come quella di Mourad Mazi, 33 anni, marocchino, che scalpita per andare in Iraq, e di Chedli Bergaoui, 34 anni, tunisino, tra l'altro abile nell'uso del fucile: ieri la polizia lo ha arrestato alla stazione di Bologna mentre aspettava un treno per Genova. È caccia, invece, a Walid Kammoum, sposato con un'italiana: risulta in vacanza in Tunisia.

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