Cari amici,
mi dispiace vedere come il vostro ultrasionismo vi renda ciechi di fronte a ciò che non è affatto contro di voi, come l'articolo apparso su la Sicilia del 7 agosto che voi avete criticato su questo vostro sito. E' un'intervista che riferisce fatti evidenti alla vista di chiunque in Israele: io pure ho visto cose del genere. Questo non significa che chi ne parla sia politicamente contro lo stato di Israele; piuttosto significa che si mette a ragionare riguardo a un problema grave che affligge il Medio oriente, la nazione israeliana e ahimé tutto il mondo! Ragionare non fa male; anzi: fa bene. Ma se le lobbies pro o contro Israele fanno "terrorismo" mediatico e pressioni sull'opinione pubblica (come accade nel vostro sito pro Israele) si fmentano coloro che non sanno e non vogliono ragionare.
Pace, Shalom!
lettera firmata
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Sancho Panza disse al suo padrone: Signore i cani sono scesi in strada e abbaiano contro di noi!
Don Chisciotte gli rispose: No te preocupe! Lasciali latrare; vuol dire che stiamo camminando!
Mi pare che così possa rispondere a voi quel prete che, senza nessun accenno polemico, ha rilasciato la sua intervista a La Sicilia del 7 agosto scorso.
Perché "latrate" sempre le vostre polemiche senza che ve ne sia veramente motivo? Perché continuamente gettate benzina sul fuoco?
lettera firmata
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Leggo la lettera riportata in questa rubrica sull'intervista rilasciata da don naro a la Sicilia del 6 agosto scorso.
Mi pare farneticante. E violenta. E quando si usano espressioni violente, come quelle con cui si chiude la lettera, significa che non si hanno argomenti veri e che ciò che si dice e si scrive equivale a chiacchere stridule e inutili.
Non penso che don naro non sappia dibattere con il vostro lettore e anche con voi, di teologia o di altro. Piuttosto penso che la memoria ferita vi induca a sospettare e a diffidare di tutti e riguardo a tutto, anche di chi non è affatto polemico contro Israele. Le cose dette da don Naro (e presumo che siano espressioni estrapolate da un discorso più lungo e fors'anche più chiaro, come avviene in tutte le interviste pubblicate nel breve spazio concesso dai quotidiani) io le ho viste con i miei occhi. In un mio viaggio in Israele, mentre mangiavo nel ristorante dell'hotel presso cui ospitavo coi miei, ho visto un signore portare al proprio tavolo una bottiglia di vino. Dopo che la ebbe stappata e ne aveva versato il contenuto nei bicchieri dei suoi familiari, uscirono fuori dalle cucine del ristorante i camerieri e un rabbino, con dei frustini in mano (la guida ci spiegò: per non toccarci, dato che ravamo impuri a causa di quel vino "non autorizzato"), che recriminarono violentemente contro il "vino" di quell'uomo e che poi ci fecero alzare tutti perché avrebbero dovuto buttare i bicchieri contaminati e fare il rito di purificazione del ristorante.
Queste cose non le ricordo per far polemica. Se ne possono dare tante interpretazioni. E don naro ha dato la sua, che mi pare molto sensata.
Circa il muro difensivo: è indubbio che esso può anche risultare come un simbolo violento, benché sia uno strumento difensivo: un evidente simbolo di spaccatura tra i popoli che lì vivono!
lettera firmata
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Altro che informazione scorretta!
L'articolo che avete segnalato su La Sicilia del 7 agosto (ma la vostra indicazione è errata: ho trovato l'articolo sulla copia del 6 agosto!) mi sembra calibratissimo e per niente critico solo contro Israele. E le informazioni che l'intervistato dà, in forma di personale ricordo e commento di ciò che ricorda di aver visto o appreso in Isreale, corrispondono ai fatti reali. Allego qui una tesi di una mia amica che ha studiato il problema del muro in israele. Cf. le "misure" del muro (attuali e in progress) alle pp. 6-8.
Il fatto è che l'Olocausto ha ingenerato un trauma sciagurato e forte, che ancora pesa sui cittadini di israele, sugli ebrei nel mondo, e sui loro amici. Ma forse sono proprio questi ultimi a non aiutarli, riecheggiando ad ogmni piè sospinto la memoria traumatizzata degli ebrei in una forma ormai assomigliante al "complesso" (la paura di tutto e per tutto), usata come arma ricattatoria sull'opinione pubblica! Non aiutate certo così a risolvere i problemi del mondo! Cordiali saluti!
lettera firmata
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Dobbiamo ribadire quanto scritto nella critica all'intervista a don Naro e nella risposta alla lettera del 6 agosto. A noi sono estranei i toni di rivalsa, non crediamo che alla mancanza di rispetto dimostrata da don Naro si debba rispondere con una simmetrica mancanza di rispetto. Che la sua fosse una svalutazione della religione ebraica in quanto tale, espressa nei termini del tradizionale antigiudaismo cattolico, però, è fuor di dubbio.
Dei "fatti", don Naro ha fornito un'interpretazione neint'affatto ragionevole, per la quale Israele sarebbe uno Stato confessionale e l'ebraismo una religione inferiore. La barriera difensiva per lui è il simbolo per eccellenza del conflitto: è chiaro che questa è un scelta, la scelta di vedere (e mostrare agli altri) alcuni fatti e non altri. Non è una scelta amichevole verso Israele. Questo, certo, è quanto risulta dall'intervista rilasciata a La Sicilia. Se le sue parole, poi, sono state riportate in modo incompleto e fuorviante, è con quel giornale che don Naro, e chi si incarica di difenderlo, dovrebbe protestare.
E' importante sottolineare che la polemica con le dichiarazioni di don Naro da parte nostra non è una polemica con il cattolicesimo e la Chiesa.
A quanto ci risulta, la teologia del giudaismo proposta da don Naro non è quella attuale del magistero cattolico.
Redazione IC