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Il Foglio Rassegna Stampa
06.08.2008 Colpi misteriosi, ma precisi
contro Iran e Siria

Testata: Il Foglio
Data: 06 agosto 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Trenta mesi di misteriosi ma precisi colpi contro Iran e Siria»

Da Il FOGLIO del 6 agosto 2008:

Roma. Secondo la versione normalmente accreditata, i servizi segreti, tantomeno quelli di Israele, non hanno la chiave per operare dentro Siria e Iran. I regimi di Teheran e Damasco hanno un controllo troppo capillare e autoritario dei loro territori, non si fanno infiltrare, la loro guardia è considerata impenetrabile. Ma negli ultimi 31 mesi i due alleati hanno subito una serie dura di colpi. Il 9 gennaio del 2006 l’aereo con a bordo il comandante di terra delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran, Ahmed Kazemi, è precipitato vicino al confine con la Turchia. Kazemi è l’uomo che si è occupato per conto del governo di acquistare e di sviluppare i missili a lungo raggio Shabab, le armi più esibite dal regime, capaci di portare testate nucleari. I rapporti sull’incidente hanno subito parlato del problema cronico dell’aviazione iraniana, la mancanza di manutenzione dovuta all’embargo sui pezzi di ricambio. Ma Kazemi viaggiava su un Falcon francese e la Dassault Aviation mantiene ancora, a dispetto delle pressioni americane, un centro di assistenza in Iran per fornire aerei e pezzi di ricambio. Quel Falcon era l’aereo personale del generale Abbas Kabandi Mojarad, comandante del quartier generale dell’aviazione delle Guardie rivoluzionarie.Il 26 luglio del 2007, secondo la rivista militare Jane’s Defence Weekly, un pauroso incidente ha ucciso almeno 15 persone in una base militare di Aleppo, nel nord della Siria. I tecnici stavano tentando di armare la testata di un missile Scud C con agenti chimici proibiti dalle leggi internazionali. Il propellente dell’arma ha preso fuoco dentro il laboratorio e c’è stata un’esplosione che ha disperso gas nervino per la base. Tra i feriti e gli ustionati, secondo contatti dentro la Difesa siriana, anche “dozzine di tecnici iraniani”. Il governo di Damasco ha messo subito a tacere tutta la faccenda – uscita infatti sui giornali con due mesi di ritardo – e ha detto che a innescare la reazione chimica è stata la temperatura dell’aria del deserto, insolitamente alta. Ma lo scoppio sarebbe avvenuto alle 4.30 del mattino. Il 6 settembre del 2007, secondo il Times, una squadra di commando Shaldag dell’aviazione israeliana ha diretto il fascio dei suoi puntatori laser portatili contro un’installazione nucleare in Siria. Poco dopo la mezzanotte, uno squadrone di caccia ha sorvolato la zona, le bombe hanno seguito l’indicazione dei laser e hanno distrutto il sito. La notizia, anche in questo caso, è uscita in ritardo. Secondo le ricostruzioni del blitz fatte a posteriori, si trattava di un impianto per processare plutonio appena arrivato dalla Corea del nord assieme ad alcuni tecnici spediti in aiuto dal regime di Pyongyang. Per modellare la sfera cava di plutonio che costituisce il nucleo di una bomba nucleare è necessario un hangar molto spazioso, dove gli operatori possono maneggiare la carica da distanza, in ambienti sigillati, con braccia robot, senza venire a contatto con il velenossimo ossido che si produce come scarto di lavorazione. Ma l’hangar non è sfuggito alla sorveglianza israeliana. Il 13 novembre anche nell’enorme complesso missilistico di Parchin, in Iran, una base delle Guardie rivoluzionarie poco a sud della capitale, c’è stata una serie di esplosioni. Poche le notizie trapelate, ma per domare le fiamme sono arrivati pompieri da sette caserme. Per vendicare il colpo subito a settembre, Damasco ha cercato anche la collaborazione di Imad Mughniyeh, il comandante militare di Hezbollah, l’uomo che, grazie all’aiuto di Siria e Iran, ha trasformato le milizie sciite libanesi in un piccolo esercito capace di ottenere lo stallo contro gli israeliani durante la guerra del 2006. Ma Mughniyeh è saltato in aria con la sua auto nel centro di Damasco, il 14 febbraio di quest’anno. La settimana scorsa, secondo il Daily Telegraph, un’esplosione alla periferia sud di Teheran ha distrutto un convoglio dei pasdaran carico di missili diretti in Libano, per Hezbollah. Almeno 15 i morti, ma è stato imposto un black out informativo dalle autorità. Venerdì, il generale siriano incaricato dell’armamento di Hezbollah, Mohammad Suleiman, è stato freddato nella sua villa al mare da un cecchino lontano, su una barca.

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