L'ultimatum sul nucleare è scaduto, Teheran minaccia di bloccare lo stretto di Hormuz e Javier Solana vuole altri "colloqui"
Testata: La Repubblica Data: 05 agosto 2008 Pagina: 15 Autore: Fabio Scuto Titolo: «L´Iran: "Pronti a bloccare lo stretto di Hormuz"»
Da La REPUBBLICA del5 agosto 2008.
La partita a poker fra l´Iran e i negoziatori occidentali ha segnato ieri un altro giro di tavolo e un nuovo possibile bluff degli ayatollah dopo quello dei missili a lunga gittata del mese scorso, smascherato dopo la scoperta delle foto delle rampe di lancio truccate da Teheran. Ieri il generale Mohammad Ali Jafari, comandante in capo dei Guardiani della rivoluzione, ha annunciato che le forze armate iraniane hanno testato un missile anti-nave in grado di colpire qualunque tipo bersaglio a 300 chilometri, surclassando quelli in possesso delle maggiori potenze occidentali. Quello in uso alle forze armate Usa, l´Harpoon, raggiunge i 270 chilometri; l´Exocet di fabbricazione francese i 70 e se ne sta sviluppando una nuova versione che raggiungerà i 180. Sembra difficile che la nuova arma di Teheran - che sarebbe stata sviluppata con tecnologia completamente iraniana - possa davvero raggiungere le distanze annunciate dal generale Jafari. Le affermazioni iraniane lasciano perplessi gli esperti militari occidentali e anche gli analisti dell´intelligence. Il test missilistico non è stato rilevato da nessun satellite occidentale, dei molti che dal cielo scrutano il territorio e il mare iraniano, né al momento le autorità di Teheran hanno fornito filmati o immagini del lancio. Con la nuova arma navale Teheran si dice in grado di bloccare le rotte del petrolio se attaccata. L´Iran ha «la possibilità di chiudere lo stretto di Hormuz e facilmente e su base illimitata», ha ammonito il generale Jafari. «In considerazione della vicinanza dello stretto alle nostre coste - ha annunciato Jafari - questa distanza rientra nel raggio di una varietà di armi, la sua chiusura per noi è molto fattibile e non abbiamo alcuna limitazione dal punto di vista dei tempi». Attraverso i 33 chilometri di mare che dividono l´Oman e l´Iran passano ogni giorno 17 milioni di barili di greggio. Si tratta del 40% del traffico marittimo petrolifero, pari a 43 milioni di barili al giorno, poco più della metà degli 85 milioni di barili estratti quotidianamente nel mondo. Le affermazioni del regime iraniano hanno preceduto di qualche ora un nuovo colloquio telefonico tra l´Alto rappresentante della politica estera dell´Ue, Javier Solana, e il capo negoziatore iraniano per il nucleare, Saeed Jalili. Il colloquio è stato giudicato «inconcludente» da fonti europee, che hanno sottolineato come da Teheran non siano venute risposte soddisfacenti sul possibile congelamento delle attività di arricchimento dell´uranio. Gli Stati Uniti hanno consultato il "5+1" e hanno minacciato nuove sanzioni all´Iran. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Gonzago Gallegos, ha riferito che dopo una telefonata tra i rappresentanti dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell´Onu più la Germania è stato concordato che «in assenza di una risposta positiva, non ci sarà alternativa al varo di nuove misure». Sabato scorso è scaduto il termine fissato dalla comunità internazionale per una risposta iraniana all´offerta di incentivi e di un stop a nuove sanzioni in cambio di un congelamento delle attività di arricchimento dell´uranio, per avviare una nuova tornata di colloqui. Solana non esclude nuovi colloqui con Jalili nei prossimi giorni e la tv di Stato iraniana ha dato notizia dei colloqui con l´Ue, sottolineando che «entrambe le parti hanno concordato sulla necessità di continuare il dialogo in un´atmosfera costruttiva e positiva».