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Il Foglio Rassegna Stampa
02.08.2008 L'Iran, una minaccia per il mondo
terrorismo, destabilizzazione, piani nucleari: così gli ayatollah vogliono esportare la rivoluzione islamica

Testata: Il Foglio
Data: 02 agosto 2008
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «L'atomica di Teheran»
Dal FOGLIO del 2 agosto 2008 la recensione di un libro che aiuta a comprendere la portata della minaccia iraniana: L'Atomica di Teheran , di Alireza Jafarzadeh ( Guerini e Associati, 334pp, euro 21, 5)
Ecco il testo:

L’Iran è davvero una minaccia per il mondo intero? E il potenziale nucleare dei mullah è davvero capace di evocare lo spettro di un conflitto mondiale? A rispondere a queste domande è Alireza Jafarzadeh, presidente dello Strategic Policy Consulting di Washington e per lungo tempo rappresentante negli Stati Uniti del Parlamento iraniano in esilio, il Consiglio mazionale della resistenza Iraniana, l’organo che negli anni si è guadagnato il forte sostegno del Congresso americano in virtù delle importanti informazioni di intelligence fornite all’occidente, anche alla Cia, sul regime degli ayatollah. Grazie alla presenza di dati aggiornati, mai prima d’ora giunti alla grande stampa, e di informazioni provenienti in gran parte dalla capillare rete di collaboratori della resistenza in Iran, l’autore ricostruisce i fili di una storia trentennale che, intrecciata con la sua vicenda personale di rifugiato politico, lo ha visto strenuamente impegnato a portare all’attenzione dei leader internazionali “la verità sulla brutale dittatura teocratica” dei mullah di Teheran. Tre sono le direttrici lungo le quali Jafarzadeh sviluppa la sua analisi. La prima denuncia il ruolo cruciale del regime iraniano nell’ideazione, nell’esecuzione e nel sostegno economico agli attacchi terroristici che hanno insanguinato il mondo negli ultimi vent’anni: dalle bombe di Buenos Aires alle Torri Khobar in Arabia Saudita, passando per l’Africa, la Palestina, il Libano fino ai micidiali esplosivi Efp di fabbricazione iraniana oggi utilizzati contro le forze della coalizione in Iraq. La seconda svela nei dettagli il sistematico piano di coinvolgimento iraniano negli affari iracheni che intende far deragliare il processo di democratizzazione in atto per favorire la nascita di un regime teocratico sciita filo-Teheran e instaurare repubbliche islamiche sorelle in tutto il mondo arabo e musulmano. Queste due direttrici s’intersecano con la terza: la minaccia nucleare. A partire dalle sue rivelazioni sui due siti top-secret di Natanz e di Arak – che nel 2002 svelarono al mondo le ambizioni nucleari ventennali degli ayatollah – Jafarzadeh analizza la componente militare radicata e operativa del programma nucleare iraniano. Parallelo a quello ufficiale che offre una facciata di legittimità con la centrale energetica di Bushehr, esiste un programma clandestino che, gestito da un comando militare segretissimo sotto il controllo dei Corpi della guardia rivoluzionaria, si occupa di attività di ricerca e dell’acquisto di tecnologia per la costruzione di armi nucleari e di missili Shaab III e IV di ultima generazione. L’autore dedica un’ampia trattazione alla duplice strategia di dissimulazione con cui il regime sta occultando il proprio programma nucleare in una rete di tunnel sotterranei costruiti vicino alla capitale e attraverso un vasto numero di società private, impiegate come organizzazioni di copertura per lo sviluppo degli armamenti nucleari. L’obiettivo di Teheran è sempre lo stesso: diffondere l’impronta del radicalismo islamico in tutto il medio oriente ed esportare la rivoluzione islamica sulla scia della dottrina del dominio globale teorizzato da Khomeini. E per il conseguimento di tale obiettivo, l’acquisizione della bomba atomica si rivela cruciale. Non solo, si tratta di un’impresa da realizzare il prima possibile ai fini di mutare i contorni dell’intero panorama politico mediorientale. Come dimostra la scalata ai vertici del potere dell’ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad che, da sindaco di Teheran e prima ancora intransigente membro dei Guardiani della rivoluzione, è approdato, grazie al sostegno dei leader religiosi, alla tribuna internazionale con la retorica virulenta e incendiaria dei suoi proclami incitanti all’odio contro l’arroganza dell’occidente e al diritto dell’Iran alla tecnologia nucleare

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