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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.08.2008 Masab Yusef, ha lasciato Hamas e il terrorismo
convertito al cristianesimo, vive in California: la cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 agosto 2008
Pagina: 17
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Il figlio del capo di Hamas si converte: «Basta kamikaze»»
Dal CORRIERE della SERA del 2 agosto 2008:

GERUSALEMME — Ha lasciato indietro la famiglia e le bandiere verdi di Hamas, qualche chilo in più (non ha un lavoro, mangia quando riesce) e le passeggiate per Ramallah. La politica e la religione islamica. Prima di assaporare il pasto con il giornalista che l'ha rintracciato, prega, ringrazia Gesù sottovoce e si gode la reazione stupita del testimone israeliano.
Masab Yusef ha 30 anni, un passato da assistente del padre Hassan, tra i fondatori del movimento fondamentalista in Cisgiordania, un presente da giovane californiano, tra surf, partite a calcio, la chiesa. «Sarei finito come un senzatetto, se non fossi stato aiutato dalla comunità che mi ha accolto qui», racconta ad Avi Issacharoff di Haaretz. «So che con questa intervista sto rischiando la vita e che potrei perdere l'affetto di mio padre. Spero capisca, che Dio gli dia la forza e la pazienza per aprire gli occhi al cristianesimo. Forse un giorno potrò ritornare in Palestina. Assieme a Cristo ».
L'infanzia di Masab — è stato ribattezzato Joseph — è legata alla nascita e alla crescita di Hamas. «Da bambino sono stato educato all'odio per gli israeliani. La prima volta che li ho incontrati avevo dieci anni, i soldati sono venuti ad arrestare mio padre. La sua adesione ad Hamas era un segreto e certo non immaginavamo che fosse uno dei leader». Otto anni dopo, è lui a finire in prigione («ero il capo della Società islamica al liceo»). In carcere — dice — comincia il processo di «risveglio». «Fino ad allora avevo visto Hamas attraverso mio padre, un uomo dalla vita modesta e amorevole. Ammiravo l'organizzazione, perché ammiravo lui. Nei sedici mesi in cella sono stato esposto al vero volto di Hamas. Un movimento malvagio, i capi non hanno moralità e integrità. Ma non sono stupidi come quelli di Fatah che rubano di fronte a tutti».
L'altro «risveglio» arriva dopo un incontro a Gerusalemme, una discussione sul cristianesimo. Masab-Joseph comincia a leggere la Bibbia e il Vangelo tutti giorni — «un verso come "ama il tuo nemico" ha avuto una grande influenza » —, quattro anni fa decide di convertirsi. «Ho continuato a lavorare con mio padre, il leader di Hamas, e lui non sapeva che fossi diventato cristiano. L'ho spinto a prendere decisioni come fermare gli attacchi suicidi. Il problema è che gli altri capi, a Gaza o Damasco, erano convinti di dover continuare gli attentati per raggiungere i loro obiettivi».
Lancia un avvertimento al giornalista: «Voi ebrei dovete essere consapevoli che non ci sarà mai la pace con Hamas, l'ideologia che li guida non lo permetterà. Devono vendicarsi di chiunque non abbia accettato Maometto».

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lettere@corriere.it

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