Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Da oggi in onda in Gran Bretagna una serie televisiva su Saddam Hussein l'attore egiziano Amr Waked attacato in patria per aver lavorato con l'israeliano Igal Naor
Testata: Corriere della Sera Data: 30 luglio 2008 Pagina: 15 Autore: Viviana Mazza Titolo: «La vita di Saddam va in tv E il protagonista è israeliano»
Dal CORRIERE della SERA del 30 luglio 2008:
«Igal Naor, che nome interessante », pensò l'attore Amr Waked quando incontrò il collega per la prima volta, in una calda e umida estate tunisina, all'inizio delle riprese della miniserie House of Saddam. «Da dove vieni? » chiese Waked al collega. «Da Israele», fu la risposta. Waked rimase senza fiato: «Sapevo che mi avrebbero crocifisso per questo ». L'israeliano Naor, 50 anni, già noto per i ruoli in Munich di Spielberg e Rendition, recita il ruolo di Saddam Hussein nella serie in 4 parti prodotta da Bbc e Hbo, che va in onda da oggi in Gran Bretagna. Waked, 36 anni, egiziano, è il genero traditore di Saddam, Hussein Kamel, che fuggito in Giordania, collaborò con l'Onu e la Cia: nel '96 il suocero finse di perdonarlo ma lo fece giustiziare. Nella serie, ambientata durante i 24 anni di potere del dittatore, dall'ascesa nel 1979 alla cattura da parte degli americani nel 2003, Saddam è sì efferato e crudele, ma è anche un un padre e marito affettuoso. «Ed è un uomo che voleva rendere grande l'Iraq», spiega Waked al Corriere. Naor si aspetta possibili critiche in Israele per averlo «umanizzato ». Ma finora non ha avuto guai, mentre Waked ha rischiato l'espulsione dal sindacato degli attori egiziani per aver recitato con un israeliano. Per Naor, cresciuto a Tel Aviv, figlio di ebrei iracheni, Saddam «era il nemico». Lo fu in modo assai personale al tempo dell'invasione del Kuwait. «Nel 1991, un missile che Saddam sparò contro Tel Aviv cadde a 50 metri dalla mia casa», ha raccontato alla Reuters. Quando vide l'annuncio dei provini per House oh Saddam, mandò subito quattro sue foto con baffi finti e kefiah in testa. Voleva indossare i panni del nemico. Ma non per vendetta. «Capisco quest'uomo e il suo ambiente molto meglio di un attore britannico o americano — ha spiegato —. Questo è il mio mondo, il Medio Oriente, l'Iraq. Capisco il peso dell'onore, l'orgoglio. È un mondo di guerra e di sangue ». Ma oltre alla realtà della guerra, c'è quella della «pace fredda» tra l'Egitto e Israele, che hanno rapporti (economici e diplomatici) ma molti egiziani vi si oppongono, specie nella sfera culturale. «Al mio ritorno in Egitto il sindacato mi ha interrogato — racconta Waked —. L'accusa: "normalizzazione" dei rapporti con Israele». I giornali lo hanno attaccato. Alla fine, è stato perdonato. «Ma tra i miei fan è rimasta una sorta di fastidio nei miei confronti ». Nella prima puntata, Saddam guarda alla tv Bush che promette che «il giorno della liberazione» dell'Iraq è vicino. È il 2003. Flashback al 1979. Il vicepresidente Saddam prende il potere detronizzando il cugino Al Bakr. Poi elimina il suo migliore amico, e procede all'epurazione nel partito. Lo sceneggiatore Alex Holmes assicura di aver tentato una ricostruzione scrupolosa (certo la giacca della moglie di Saddam, Sajida, è identica) e osserva che la realtà d'altronde superava la finzione: definisce la vita del dittatore un incrocio tra Macbeth e i film gangster. Diversi passanti durante le riprese in Tunisia, si avvicinarono a Naor. «Mi hanno chiamato Saddam, forse ignari della sua morte, chiedendomi di benedirli e augurandomi di essere vittorioso in battaglia». Essere scambiato per un israeliano: difficile immaginare un oltraggio peggiore alla memoria dell'acerrimo nemico di Israele.
Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante