I membri dei vari kibbutz non sono nati contadini, anche quelli che sono nati e cresciuti nei kibbutz non si ritengono contadini, ma agricoltori. Questo vuol dire che i sono in genere persone colte, tutti hanno certamente finito il liceo, e molti altri hanno nel loro campo un’educazione universitaria. Per esempio uno dei miei figli, che dirige il pollaioz, ha una laurea in agricoltura conseguita nell’Università di Rechovoth. Cosa vuol dire dirigere il pollaio? Abbiamo un reparto di uova da cova di piu` di ventimila polli, e un'altro reparto di polli per carne che fa sei cicli di produzione ognuno dei quali di sessantamila polli . Per dirigere una tale azienda, non basta studiare all'universita`, bisogna aggiornarsi continuamente dal lato professionale e dal lato economico. Quante persone, vi domandate, lavorano in questo pollaio? Lavorano quattro giovani e tre` pensionati, per 4 o 5 ore al giorno. Tutto e` meccanizzato. Questo era un'esempio, rappresentativo di tutta la nostra agricoltura. I membri del kibbutz studiano continuamente per essere i migliori in tutti i campi. Dopo il lavorosi sono sempre aperti i libri, e oggi c'e Internet che lega gli agricoltori di tutto il mondo, che si arricchiscono a vicenda di conoscenze. Nel mio kibbutz, che e` un kibbutz osservante (cioe` religioso), tutte le sere, specialmente nell'Inverno, ci sono lezione varie di Bibbia e altri scritti religiosi, ma anche di materie laiche. Il Sabato non si lavora nei campi, gli animali invece vengono guardati, quasi tutto e` meccanizzato e c'e` solo da ispezionare e essere presenti alla mungitura delle vacche. Il Sabato e` dedicato alle preghiere, agli studi e alla famiglia. Le nostre case sono piene di libri, e` uno dei lussi che ci permettiamo, e ogni biblioteca privata ha sempre l'impronta dei padroni di casa. L'unica cosa che ci da pensiero in questi caldi giorni di Luglio, e` ciò che fanno i nostri vicini, quelli di Gaza; mentre noi abbiamo un po' di pace, il nostro Mossad dice che loro si arricchiscono di missili che possono arrivare lontano, ai libri e alla cultura non sono interessati. Susanna Cassuto-Evron