Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
L'arroganza di Ahmadinejad, le ambiguità dell'America la cronaca di Cecilia Zecchinelli
Testata: Corriere della Sera Data: 27 luglio 2008 Pagina: 9 Autore: Cecilia Zecchinelli Titolo: «Ahmadinejad sul nucleare «Già seimila centrifughe»»
Ahmadinejad sul nucleare «Già seimila centrifughe»
Questo il titolo sul CORRIERE della SERA di oggi, 27/07/2008, a pag.9, nella cronaca di Cecilia Zecchinelli.
Sfida ai Grandi: «Anche loro sono d'accordo»
Raddoppiate da aprile le macchine nella base di Natanz. L'Occidente aveva concesso 15 giorni per sospendere il piano atomico Incoronato proprio ieri «Eroe del nucleare» dai vertici dei fidi Guardiani della Rivoluzione, Mahmoud Ahmadinejad ha deciso di cancellare ogni (eventuale) illusione sulla volontà di Teheran di trovare finalmente un accordo internazionale sul suo programma atomico. «L'Iran islamico oggi possiede nel centro di Natanz 6 mila centrifughe», ovvero macchine per arricchire l'uranio che solo in aprile (secondo lo stesso presidente) erano 3 mila, ha dichiarato il leader della Repubblica islamica nella città santa di Mashhad. «Loro — ovvero le sei potenze internazionali che trattano a nome dell'Onu — ci consentono di arrivare alle 5-6 mila centrifughe, purché non si superi tale numero non c'è nessun problema». Frasi che hanno lasciato molti perplessi, a partire dal governo americano che per la prima volta, il 19 luglio, aveva inviato un suo alto rappresentante a colloqui diretti con il nemico: il vice segretario di Stato William Burns la scorsa settimana era volato a Ginevra dove aveva discusso con il rappresentante di Teheran e concesso (insieme ai rappresenti di Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania) alla Repubblica islamica due settimane per sospendere ogni attività di arricchimento, in cambio della rinuncia a un nuovo round (il quarto) di sanzioni da parte dell'Onu. E ora quella provocazione, su cui sono peraltro leciti dubbi. «Annunci come quello di Ahmadinejad — ha commentato ieri il portavoce della Casa Bianca Carlton Carroll — non sono produttivi e servono solo a isolare l'Iran, qualsiasi sia il vero numero delle macchine». Non è la prima volta che il presidente proclama mirabolanti risultati del programma atomico che il mondo cerca ormai da anni di arrestare (convinto del suo fine bellico, nonostante le assicurazioni di Teheran). Forse è la prima volta che il leader sciita che si dice ispirato dall'Imam nascosto sostiene di muoversi in accordo con «loro », i Grandi del mondo, quando così certo non è. Eccesso di fiducia, forse, dopo la «vittoria » (sbandierata più volte da Ahmadinejad) costituita dall'aver trascinato un viceministro Usa al tavolo delle trattative nonostante il programma atomico non si sia mai interrotto (come Washington chiedeva per trattare). O necessità per il presidente di rafforzarsi internamente nel Paese sempre più devastato dalla crisi economica e dal malcontento. L'ipotesi che le 6 mila centrifughe esistano davvero, però, non va esclusa: in maggio l'Agenzia atomica dell'Onu, l'Aiea, aveva dichiarato che sarebbero state già 3500 le macchine in azione a Natanz, che l'obiettivo 6 mila era raggiungibile entro l'estate. La minaccia di nuove sanzioni evidentemente non è sufficiente, dopo le tre ondate a cui l'Iran è sopravvissuto, a bloccare la corsa all'atomo.
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Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad a Natanz