Un'analisi accurata su quanto sta succedendo in Libano sul FOGLIO di oggi, 27/07/2008, a pag.1, con il titolo " Hezbollah riprende le armi contro il piano di disarmo del governo". Facciamo notare che la Rai ha a Beirut un corrispondente fisso, eppure mai che si abbia il piacere di essere informati su quanto avviene in quel paese, se non c'è di mezzo Israele. Che ci sia un patto Rai-Riccardo Cristiano anche lì ? non si diffondono notizie sgradevoli ? Il dubbio è forte e motivato.
Beirut. L’esercito libanese è intervenuto in forze a Tripoli, il capoluogo del nord, per far cessare i sanguinosi scontri degli ultimi giorni. Miliziani sunniti, fedeli alla maggioranza di governo e gruppi armati alauiti, alleati di Hezbollah, hanno provocato 9 morti e 68 feriti in sole 48 ore. Gli scontri riflettono il braccio di ferro in seno al neonato governo di unità nazionale. Non c’è accordo sul disarmo delle milizie sciite del Partito di Allah e sui rapporti con la Siria. La nuova impennata di violenza settaria a Tripoli segue una scia di sangue, che negli ultimi due mesi ha già provocato 22 vittime e un centinaio di feriti. La prima linea dei combattimenti corre lungo la “frontiera” fra il quartiere di Bab al-Tebbaneh, roccaforte dei sunniti e quello di Jabal Mohsen, abitato in prevalenza da alauiti. Da giovedì fino all’alba di ieri i miliziani si sono battuti a colpi di razzi Rpg e raffiche di mitragliatrice nascondendosi in mezzo alle case. Fra i morti delle ultime ore si contano anche un bambino di 10 anni e due donne. L’esercito ha imposto il coprifuoco schierandosi fra le fazioni rivali con i mezzi blindati. I soldati hanno l’ordine di sparare a chiunque giri armato. “Ogni volta che scoppiano incidenti settari nel nord del paese vengono utilizzati per esercitare pressione politica. Le armi servono per ottenere concessioni”, denuncia il ministro dello Sport, Ahmad Fatfat, esponente di spicco della maggioranza del governo di Fouad Siniora. Il nuovo esecutivo di unità nazionale è sorto l’11 luglio con un sofferto compromesso sulla spartizione delle poltrone. E’ il risultato degli accordi di Doha scaturiti dopo la dimostrazione di forza di Hezbollah, che in maggio aveva conquistato Beirut armi in pugno. Da una parte la maggioranza filo-occidentale e antisiriana del giovane sunnita Saad Hariri, che guida il Movimento del Futuro, i drusi di Walid Jumblatt e i cristiani del clan Gemayel. Dall’altra Hezbollah, con gli sciiti di Amal, i cristiani dell’ex generale Aoun e la piccola compagine di alleati alauiti, che seppur minoranza hanno i numeri e il potere per bloccare qualsiasi decisione governativa. La posta in palio è la stabilità del Libano sempre a rischio guerra civile. Non è un caso che i nuovi scontri di Tripoli siano coincisi con lo stallo del governo su alcune questioni cruciali. Secondo gli accordi di Doha l’esecutivo, per diventare realmente operativo, deve stabilire entro 30 giorni dalla sua nascita una specie di piano programmatico. Giovedì la coalizione di unità nazionale ha sospeso le trattative sull’elemento cruciale dall’ultima guerra con Israele: il disarmo di Hezbollah. E Tripoli si è infiammata. Siniora e i filo-occidentali puntano ad assorbire le milizie sciite nelle forze armate annullando di fatto i loro arsenali. Gli Hezbollah e i padrini iraniani non ne vogliono sentir parlare. Il presidente del Parlamento, Nabih Berri, leader degli sciiti di Amal, sta cercando di convincere il capo dei sunniti Hariri e il druso Jumblatt, per evitare che il governo di unità nazionale muoia sul nascere. I rapporti con la Siria Un altro ostacolo da superare, per la firma del documento programmatico, riguarda i rapporti con la Siria, soprattutto tenendo conto che il ministro degli Esteri è una delle pedine di Hezbollah nel governo. Per Hariri, che ha avuto il padre ammazzato dai servizi siriani, Damasco è il nemico numero uno. Gli alauiti di Tripoli sono un gruppo sciita minoritario, ma conquistarono ampio potere durante l’occupazione siriana del Libano. La stessa famiglia Assad, che governa da sempre in Siria, fa parte della minoranza alauita. Gli scontri con i sunniti si inseriscono nel conflitto ben più ampio che coinvolge l’intero medio oriente. Sauditi ed egiziani, con la benedizione americana, appoggiano la maggioranza sunnita del governo Siniora con l’obiettivo di ridimensionare Hezbollah e contenere l’espansionismo iraniano. Gli alauiti sono utili giannizzeri sciiti per i ricatti politici del Partito di Allah, con l’appoggio di Teheran e Damasco.
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