L'agricoltura moderna del kibbutz Susanna Cassuto-Evron, da Saad
Testata: Informazione Corretta Data: 25 luglio 2008 Pagina: 1 Autore: Susanna Cassuto-Evron Titolo: «L'agricoltura moderna del kibbutz»
L'ideale nella base di tutti i vari kibbutz era socialista, tutti lavoravano per la comunita` e tutti vivevano allo stesso livello di vita. I bambini vivevano nelle case dei bambini, molto bene allevati, vedevano la famiglia per qualche ora giornaliera, questo per liberare i genitori delle loro missioni di famiglia per potere lavorare di piu` e rendere meglio. I lavori erano sempre agricoli per la grande parte dei membri, una parte delle donne si dedicava ai lavori "domestici" – cucina, sala da pranzo, e nelle case dei bambini.
Era una vita molto idealistica ma poco normale, e infine dopo aver tenuto un centinaio di anni e` cambiata in una vita piu` vicina alla vita di tutti gli esseri umani. I bambini vivono con i genitori, le case sono state ingrandite per accoglierli. I diversi membri non sono piu` obbligati a lavorare in agricoltura.
In ogni modo la nostra vita e` basata sull'agricoltura, ma visto che l'agricoltura e` basata non solo sull'igegno umano ma anche sulla benedizione di Dio abbiamo anche l'industria (anche qua c' è bisogno di benedizione). Cos'è questa benedizione? Naturalmente si parla di acqua, di pioggia, ma anche di malattie di piante e di animali, sempre presenti malgrado tutte le precauzioni che prendiamo. Noi viviamo nel Neghev una zona quasi simile al deserto, la pioggia e` scarsa, a volte c'e` proprio siccita`, l'ultimo inverno e quello precedente hanno portato poca acqua... per questo gran parte dei nostri campi, piantagioni e frutteti hanno bisogno di acqua. Per non sprecarla abbiamo messo su, primi nel mondo, molti anni fa`, un centralino elettronico, che innaffia tutto secondo l'umidita` della terra, e il bisogno di ogni tipo di piante. La nostra agricoltura viene sempre citata da esperti come pioniera in diversi campi, non solo nell'irrigazione. L'economia delkibbutz si basa tutt'ora su quello che guadagnamo dai campi, dall'industria e dal lavoro di tutti i membri della comunita`, ancora il frutto del nostro lavoro si divide secondo l'idealogia socialista. Non siamo persone che mirano in alto, che hanno ambizioni di arricchirsi, viviamo modestamente e ci sentiamo ricchi spiritualmente, ma il perche` lo rimando a un'altra volta.
Non posso chiudere senza parlare del grande dolore che ha colpito tutto il popolo d'Israele la settimana scorsa, quando abbiamo visto alla T.V. le due bare nere dei nostri militari rapiti due anni fa da Hizbullah alla frontiera col Libano. Non ci sono parole per definire il dolore e l'indignazione, a vedere come, senza il minimo rispetto hanno restituito le salme di Ehud Goldwasser e Eldad Reghev. Il cuore piange.