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Scrive lei, nel suo commento riportato su Repubblica: Il male è la fragilità del Libano, il bene è un inizio di dialogo tra i due nemici. Ancora una volta non posso non dispiacermi profondamente per la sua analisi che è in totale contrasto con la realtà dei fatti (i due nemici non stanno dialogando, e la trattativa portata avanti tramite una terza parte non giustifica la sua affermazione). La sua analisi, quelle parole che ho riportato, sono gravissime alla luce dei diversi stati d'animo, riportati dai media del mondo intero, di quei due mondi contrapposti (forse condannati per lungo tempo a non potersi comprendere proprio perché non è un contrasto sanabile con trattative, nell'immediato, ma è un contrasto di civiltà attualmente INCOMPATIBILI). Ciascuno è libero di pensare quel che vuole, ma dovrebbe essere poi attento alle conseguenze delle proprie parole. Coloro che scrivono come lei non avvicinano certo una soluzione di quel conflitto, ma piuttosto ulteriori, più gravi sciagure nel M.O.. La storia del passato, e l'analisi delle mentalità delle parti in conflitto devono servire da monito per tutti coloro che si occupano di quel conflitto. E proprio questa analisi lei, ancora una volta, non l'ha fatta. lettera firmata |
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