Da AGENZIA RADICALE di luglio, riportiamo l'analisi di Elena Lattes sulle responsabilità nella tragica vicenda libanese:
“Israele non ha nessun contenzioso sui confini con voi, popolo libanese, ma nonostante questo c’è una grande controversia quando si viene ai vostri confini morali. Noi abbiamo impiegato poche ore per identificare i corpi dei nostri Udi ed Eldad. Voi? Dopo trent’anni non avete ancora capito chi è Samir Kuntar”
Così Uri Orbach, giornalista e scrittore, comincia la sua lettera al popolo libanese, pubblicata su Yediot Aharonot il giorno dei funerali dei due soldati rapiti, uccisi e scambiati con cinque terroristi vivi e diversi corpi di libanesi uccisi in combattimento o suicidatisi in attentati terroristici.
I terroristi, infatti, sono arrivati all’aeroporto di Beirut e ricevuti calorosamente dalle più alte cariche dello Stato, non solo dai capi di Hezbollah.
Il presidente cristiano Michel Suleiman, il premier sunnita Fuad Siniora e il presidente del Parlamento, lo sciita Nabih Berri, insieme a Nasrallah e ai suoi complici, hanno accolto e festeggiato come un eroe, onorandolo con ben trenta medaglie, Samir Kuntar, un assassino che dopo aver eliminato a sangue freddo un poliziotto, prelevò da un appartamento un padre e la sua bambina uccidendo prima il genitore davanti agli occhi della piccola e fracassando sugli scogli della spiaggia, il cranio di quest’ultima subito dopo.
Mentre Israele seppelliva i suoi morti, non solo i libanesi, ma anche i palestinesi e non solo gli abitanti di Gaza, soggiogati da Hamas (che però preferiscono ad altri leader considerati meno estremisti e violenti), ma anche dai residenti in Cisgiordania, che è sotto il controllo di Mahmud Abbas, ritenuto moderato e dialogante da quasi tutto il mondo, festeggiavano la liberazione di questi eroi assassini di civili inermi.
Proprio il Presidente di Fatah e dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, accolto con tutti gli onori la settimana scorsa da Berlusconi e dall’esecutivo italiano, che si riunisce spesso per colloqui sia con Bush che con Olmert, non ha mandato una lettera di condoglianze alle famiglie Regev e Goldwasser che per due anni non hanno avuto nessuna notizia dei loro cari, o espresso comprensione per il dolore della vedova e della mamma e nonna degli uccisi dal druso libanese, ma ha inviato le sue congratulazioni alla famiglia di Kuntar.
Il “Movimento di Fatah ha completato la preparazione per onorare i martiri in una manifestazione che si terrà domani nel centro di Ramallah” ha dichiarato martedi il portavoce di Fatah, Fahmi al- Za'arir.
La televisione, controllata dall’Autorità Palestinese, ha mandato in onda tutto il giorno trasmissioni e canzoni per onorare i due “eroi “ scarcerati.
Il quotidiano palestinese Al-Hayat Al-Jadida ha pubblicato il 17 le parole del portavoce di Fatah: “Il nostro movimento manda le sue calorose benedizioni agli Hezbollah,, a tutta la resistenza, alla nazione Libanese e ai Palestinesi per la loro storica vittoria sull’arroganza israeliana del luglio 2006. E al ritorno degli eroi alla libertà, gli eroi e i Martiri, guidati dal grande Samir Kuntar e dal Martire combattente Dalal Mughrabi che ha condotto l’azione sacrificale più gloriosa della guerra palestino-israeliana (l’attentato della Mughrabi fu il più sanguinoso assassinio di 37 civili tra cui 12 bambini)... Fatah promette al popolo palestinese che continuerà la lotta sulla via del Martirio puro finché lo Stato (Israele, n.d. Elena) sarà liberato e verrà stabilita la Palestina con capitale Gerusalemme. Il Fatah manda le sue più sincere benedizioni agli Hezbollah”
Siamo sicuri di voler ancora distinguere tra negazionisti del genocidio nazista cattivi (neonazisti e qualche volta Ahmadinejad) e negazionisti buoni (Mahmud Abbas che si laureò in Unione Sovietica discutendo una tesi sull’inesistenza dei lager e delle camere a gas)?
Siamo sicuri di voler ancora considerare moderati coloro che in arabo sostengono le stesse identiche tesi dei fondamentalisti, dichiarando di avere gli stessi obiettivi?
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