Finora la missione di Tony Blair in Medio Oriente non ha dato risultati. Ora apprendiamo che l'ex premier britannico non si è recato a Gaza, luogo pericoloso. Certo, il Medio Oriente è un luogo pericoloso. Forse Tony Blair doveva restare a casa, in Gran Bretagna a godersi la pensione in luoghi sicuri e tranqulli.
Ecco una cronaca dal CORRIERE della SERA:
GERUSALEMME — «Una minaccia specifica e concreta ». Abbastanza specifica e concreta da convincere Tony Blair a rinunciare alla sua programmata visita a Gaza.
Il convoglio che scortava l'ex premier britannico (oggi emissario per il Quartetto) era ormai in vista del valico di Erez, quando l'allarme lanciato dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, si è fatto più pressante. La visita era a rischio, molto a rischio. «Già dalla sera precedente — racconta ora l'ex premier — avevamo avuto informazioni su delle minacce nei nostri confronti. Malgrado tutto avevamo deciso di partire lo stesso, ma poi in mattinata le minacce sono diventate più specifiche e credibili».
Blair avrebbe dovuto visitare la Striscia senza però incontrare nessun esponente di Hamas. Il calendario prevedeva solo un sopralluogo alla rete fognaria di Beit Lahya, a nord di Gaza, e una serie di incontri con esponenti politici indipendenti e uomini d'affari. L'organizzazione aveva comunque predisposto per lui e il suo seguito una scorta armata, e alla notizia della rinuncia il leader Ismail Haniyeh si è detto molto dispiaciuto: anche se non sarebbe stata una visita politica (vietata dai limiti posti a Blair dal Quartetto), avrebbe comunque avuto un significato importante. Quello di creare una «crepa », come l'ha definita un portavoce dell'organizzazione, nell'isolamento di Gaza che dura da più di un anno.
Da quando appunto Hamas ha preso il controllo di tutto il territorio, dopo una furibonda e sanguinosa battaglia con gli uomini dell'Autorità Nazionale Palestinese. E proprio l'Anp, oltre che naturalmente il governo israeliano, sarebbero secondo Hamas i responsabili delle pressioni che hanno convinto Blair a rinunciare. Lo Shin Bet non ha voluto rivelare da quale parte arrivasse la minaccia, ma fra le righe il riferimento specifico era all'Esercito dell'Islam, piccolo gruppo vicino ad Al Qaeda autore del rapimento delgiornalista della Bbc Alan Johnston, tenuto prigioniero per mesi. Blair comunque assicura che a Gaza prima o poi ci andrà: «La visita è solo rinviata».
Un altro allarme di ben più vasta portata è stato invece lanciato dall'Istituto Nazionale per la Sicurezza, che ha invitato tutti i cittadini israeliani in vacanza nel Sinai a rientrare di corsa in patria, perché cellule terroristiche stanno pianificando il sequestro di israeliani nella penisola, e potrebbero entrare in azione nelle prossime ore. Il Sinai, colpito nell'ottobre del 2004 da un sanguinoso attentato che aveva distrutto l'Hilton di Taba e provocato 34 vittime, ospita ogni estate fino a 20 mila cittadini di Israele.
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