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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.07.2008 Olmert sotto tiro
la cronaca di Giuliano Gallo

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 luglio 2008
Pagina: 12
Autore: Giuliano Gallo
Titolo: «Nuove accuse, Olmerti ha i giorni contati»

Nuove accuse, «Olmert ha i giorni contati»

Questo il titolo del CORRIERE della SERA di oggi, 12/07/2008, a pag.12, dell'inviato Giuliano Gallo. Il premier israeliano è sempre più sotto il torchio delle accuse che da mesi gli vengono mosse. Questa volta si tratta della moltiplicazione di rimborsi di viaggi effettuati. Accurata anche la breve sul Libano dell'inviato, per cui non capiamo come il CORRIERE della SERA abbia potuto scrivere nel sommario ".....mentre il Libano è tornato a sperare: ieri è nato il governo di unità nazionale " Tornare a sperare ? Non si direbbe proprio, Gallo ha scritto ben altro, descrivendo molto bene la confusione di poteri del nuovo governo libanese, guidato sempre da Siniora, ma con Hezbollah che ha ottenuto il diritto di veto su qualunque decisione del governo.

Due ore di interrogatorio, si aggrava la posizione del premier indagato per frode


Venerdì nero per il successore di Sharon mentre il Libano è tornato a sperare: ieri è nato il governo di unità nazionale
DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME — Avevano promesso: «Non useremo i guanti bianchi». E sono stati di parola. Per riguardo al suo rango sono andati ad interrogarlo nella sua residenza ufficiale, ma è stata l'unica cortesia — peraltro dovuta — che gli hanno concesso. Il venerdì nero di Ehud Olmert, traballante primo ministro israeliano, è cominciato presto, ieri mattina. Gli investigatori del Nucleo Antifrode hanno suonato alla sua porta con le borse gonfie di carte, guidati dal capo del Nucleo, il brigadiere generale Shlomi Ayalon: il frutto di un viaggio negli Stati Uniti, dove i poliziotti hanno trovato altre prove contro il premier. Carte che dimostrerebbero come l'allora sindaco di Gerusalemme in più occasioni (anche come ministro del Commercio e dell'Industria) si fosse fatto rimborsare più volte lo stesso viaggio. Presentando la medesima nota spese a diverse organizzazioni ebraiche che si erano offerte di sponsorizzarlo, ma chiedendo un rimborso «ufficiale» anche allo Stato. I viaggi incriminati sono avvenuti fra il 1993 e il 2006.
In un clima di «grande tensione », come assicura chi ha assistito alle due infinite ore di interrogatorio, ad Olmert sono state dunque contestate nuove e più gravi accuse. E i poliziotti lo hanno avvertito che ora è ufficialmente indagato per frode, e che tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lui in un'aula di tribunale. Con brutale chiarezza la polizia in un comunicato ufficiale ha definito «gravi» le prove contro il primo ministro, ricordando che al suo posto un cittadino comune sarebbe già stato arrestato da tempo, mentre a lui è stato concesso anche di stabilire date e durata degli interrogatori. Una dichiarazione che ha suscitato le ire dei collaboratori di Olmert, che parlano di una «campagna personale» della polizia contro il premier.
Nello stesso giorno in cui il Libano è tornato a sperare (dopo quasi due anni di paralisi, ieri è stato finalmente annunciato il nuovo governo di unità nazionale, con un solo ministero, quello del Lavoro, a Hezbollah, che però ha preteso il diritto di veto), all'erede di Sharon è stato inferto il colpo decisivo. «A mezzogiorno, quando le auto bianche con i lampeggiatori blu se ne andranno, Olmert cesserà di servire come primo ministro», scrive su
Haaretz Amir Oren, in un durissimo editoriale. «Ufficialmente sono richieste certe procedure per un ordinato trasferimento dei poteri, ma in pratica la sua carriera di primo ministro è finita venerdì mattina». Secondo Oren, ma non solo secondo lui, è ormai questione di giorni, forse di ore: quando si conoscerà con esattezza il contenuto delle nuove accuse, «i muri cominceranno a tremare ». Del resto era stato lo stesso Olmert a promettere che, in caso di incriminazione, si sarebbe dimesso. Anche i sondaggi sono contro di lui: secondo quello organizzato da Yedioth Ahronoth,
il 57% degli elettori di Kadima— il partito fondato da Sharon che Olmert guida — il primo ministro non dovrebbe nemmeno partecipare alle primarie di metà settembre, che decideranno la guida del partito. Il 79% pensa che dovrebbe anche dimettersi subito, mentre solo uno sparuto 17% crede che dovrebbe restare al suo posto. A settembre, dicono al partito, lui comunque non sarà in corsa. «Finora ha usato il partito come un giubbotto antiproiettile — accusano da Kadima — ma c'è un limite». La sua testa la chiedono ovviamente a gran voce anche dall'opp osizione: il Likud, per anni casa- madre di Sharon e del suo sfortunato delfino, chiede ai laburisti di uscire dal governo, per provocare una crisi e andare alle elezioni.
Fino a ieri le accuse contro il premier erano basate solo sulle donazioni del miliardario americano Morris Talansky, che aveva ammesso di avergli versato almeno 150 mila dollari. Danaro che Olmert aveva ammesso di aver ricevuto, definendo però i versamenti «normali contributi elettorali ». Ma stavolta è diverso: secondo il Nucleo Antifrode i rimborsi spese multipli (in tutto più di 100 mila dollari) erano finiti tutti sul conto della sua agenzia di viaggi, la Rishon Tours, e utilizzati per decine di altri viaggi all'estero. Privati, e sempre in compagnia della famiglia.
Giuliano Gallo L'analisi
«Ufficialmente sono ancora richieste certe procedure, ma di fatto la sua carriera è finita venerdì mattina»
Sindaco Ehud Olmert è stato primo cittadino di Gerusalemme dal 1993 al 2003
Famiglia Con la moglie Aliza, artista di sinistra: hanno quattro figli biologici e una figlia adottiva
Eredità Storico braccio destro di Sharon, Olmert è con lui nel ritiro del 2005 e poi in Kadima

 
 
 
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