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La Stampa Rassegna Stampa
12.07.2008 Russia anti Usa,quindi filo iraniana
l'analisi di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 12 luglio 2008
Pagina: 13
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Contro l'Iran lo scudo non serve»

Sui rapporti Russia-Iran, la STAMPA pubblica oggi, 12/07/2008, a pag.13 un servizio di Anna Zafesova dal titolo "Contro l'Iran lo scudo non serve ", che ben descrive la posizione di Mosca. Riassunta nella frase " sedersi e parlare", questa la linea del governo russo di fronte alla minaccia iraniana, stare seduti e parlare con i mullah.  Che i missili di Teheran possano distruggere Israele non rappresenta un problema per la Russia, e nemmeno che possano divenire una minaccia seria per l'Europa, ciò che conta è impedire lo scudo spaziale di protezione anti-missile voluto da Bush.

Ecco il pezzo:

Per la Casa Bianca è una dimostrazione che Teheran «non vuole il dialogo», per il ministro Frattini «una provocazione violenta», per il Cremlino invece i test missilistici compiuti dall’Iran l’altro giorno sono una dimostrazione che non esistono motivi per preoccuparsi. Il ministro degli Esteri russo Serghey Lavrov ha dichiarato ieri che i nuovi test missilistici dell’Iran dimostrano la portata limitata dell’arsenale di Teheran e quindi l’inutilità del progetto americano per uno scudo antimissile sull’Europa. «È la conferma che l’Iran ha missili con una gittata fino a 2mila chilometri e quindi non c’è bisogno di uno scudo di difesa antimissile per monitorare o reagire a queste minacce», ha detto ieri il capo della diplomazia russa a Mosca, durante una conferenza stampa con il suo collega giordano Salah Eddin Bashir.
Soltanto martedì scorso Condoleezza Rice aveva firmato a Praga l’accordo che fa partire la prima parte dello scudo antimissile che gli Usa vorrebbero installare in Europa: secondo gli americani, per prevenire un attacco missilistico dell’Iran che in pochi anni si doterebbe di un arsenale in grado di minacciare ache gli europei, secondo Mosca, per poter spiare il territorio russo ed eventualmente bloccare un attacco nucleare ordinato dal Cremlino. Il Cremlino si è violentemente opposto al progetto, sia all’epoca di Vladimir Putin, che in quella cominciata a maggio di Dmitry Medvedev, che dopo il primo incontro con George W. Bush al G8 in Giappone ha commentato deluso che «sullo scudo non abbiamo fatto progressi». Dopo la firma dell’accordo a Praga - alla quale dovrebbe seguire l’adesione della Polonia e, forse, della Lituania - Lavrov aveva minacciato addirittura una «reazione militare« rimasta imprecisata.
La luna di miele in cui qualcuno aveva sperato dopo il cambio della guardia al cremlino non è arrivata, e la Russia continua a rifiutarsi di considerare l’Iran di Ahmadinejad una minaccia, coinvolgendolo anzi in una serie di progetti economici e politici. Lavrov ieri ha invitato a proseguire il negoziato sul nucleare con il regime degli ayatollah: «sedersi e parlare» resta la sua proposta, e si aspetta che le condizioni per «una soluzione diplomatica» possano crearsi durante i prossimi negoziati tra la delegazione iraniana e il rappresentante europeo Javier Solana.

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