La Fiat investe in Iran, ignorando le sanzioni economiche lo denuncia il Jerusalem Post
Testata: La Stampa Data: 11 luglio 2008 Pagina: 15 Autore: la redazione Titolo: «Edicola Notizie dal Medio Oriente»
A pagina 15, La STAMPA dell'11 luglio 2008 pubblica alcune brevi dal Medio Oriente.
La prima riguarda una notizia non verificata, ripresa da un sito web iracheno:
Per attaccare Teheran Aerei israeliani in Iraq Mezzi dell’aviazione israeliana stanno mettendo a punto un attacco all’Iran e atterrano regolarmente di notte nelle basi americane in Iraq di al Assad, vicina alla città di al Haditah, e Ali Bin Taleb di Nassiriya. La notizia è stata diffusa dal sito web iracheno Nahrainnet, vicino agli sciiti.Secondo Ahmadinejad «Con me i generali Usa»
La seconda è una dichiarazione molto poco credibile, ma inquietante, di Ahmadinejad:
Shahab News rilancia le affermazioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad che dice di avere dalla sua parte i generali americani. In un video Ahmadinejad, parlando del suo viaggio a Baghdad, riferisce dell’incontro con un comandante militare Usa e il suo vice: «Sono pronti a disubbidire a George W. Bush ».Per la «Siena» in Iran Tel Aviv contro la Fiat
La terza è ripresa dal Jerusalem Post, e merita di essere considerata attentamente
Il «Jerusalem Post» attacca la Fiat. Un articolo di Calev Ben-David spiega che la Fiat Siena verrà prodotta in una fabbrica a Saveh, in Iran, per la prima volta dopo 50 anni. La Siena avrà un sistema dual-fuel capace di andare sia a benzina che a gas. Un’attrattiva per gli iraniani dato che la benzina è un problema per l’Iran. Pur essendo adagiato su un oceano di petrolio, infatti, non ha raffinerie in grado di soddisfare la domanda interna. Per il JP, mentre i missili Shahab non sono forse così potenti come Teheran vorrebbe far credere, investire in Iran in barba alle sanzioni economiche può essere molto pericoloso.
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