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Il Foglio Rassegna Stampa
10.07.2008 Nuovi scontri in Libano
indicano la fragilità degli accordi di Doha tra governo e Hezbollah

Testata: Il Foglio
Data: 10 luglio 2008
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «La finestra libanese si sta per chiudere»

Da Il FOGLIO del 10 luglio 2008:

La ripresa della guerra civile a bassa intensità in Libano, dove negli scontri tra sunniti e sciiti di tendenza alawita si sono registrati ancora morti, fa intendere quanto sia fragile la trama della pacificazione nata dagli accordi di Doha. L’esercito regolare, il cui capo Michel Suleiman è stato eletto presidente, non riesce a riportare l’ordine né nel nord né ai confini meridionali con Israele, dove è ormai palesemente fallito il disegno di disarmare le milizie Hezbollah, che spadroneggiano alla faccia della missione Unifil, del tutto impotente anche a causa del mandato confuso che ha ricevuto. Ovviamente la stabilizzazione del Libano richiede un atteggiamanto moderato della Siria, che però non pare in grado di esercitare un’influenza univoca, a causa delle forti tensioni che contrappongono l’ala filoiraniana e quella interessata ai colloqui con Israele in corso attreverso la mediazione turca. Forse è anche la prospettiva che la presa sul medio oriente si allenti che spinge il regime di Teheran ad accentuare le sue minacce militari. Le milizie estremiste e terroriste, d’altra parte, cercano di ostacolare la pacificazione, con il pretesto di non poter resistere alla pulsione antisionista (come dicono ora esponenti di Hamas che pure hanno stabilito il cessate il fuoco con Israele). Il fattore tempo lavora per i nemici della pace, di quella generale del medio oriente, come di quella interna al Libano. Senza la formazione di un governo accettato dalle fazioni, annunciata come imminente, una volta dimostrato che l’esercito non è in grado, senza un appoggio politico, di ristabilire l’ordine, il pericolo di una ripresa su vasta scala degli scontri diventa una possibilità tutt’altro che remota. Una ridefinizione del ruolo della missione militare italo-francese sarebbe necessaria e forse fondamantale, ma deve essere concordata con un governo di Beirut. Anche per il Libano, come per la Siria, la finestra di opportunità per soluzioni negoziate dei conflitti interni ed esterni resterà aperta ancora per poco.

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