Nucleare: l'Iran va avanti lo confermano una dichiarazione di Ahmadinejad e un nuovo allarme dei servizi segreti occidentali
Testata: Il Giornale Data: 08 luglio 2008 Pagina: 16 Autore: Gian Micalessin Titolo: «L'Iran riprende in segreto a preparare l'atomica»
Notizie preoccupanti sul fronte della crisi iraniana. notizie quasi del tutto ignorate dai quotidiani italiani. Fa eccezione Il GIORNALE, con un articolo di Gian Micalessin
Mahmoud Ahmadinejad ha detto ieri che l’Iran non rinuncerà ai suoi diritti atomici. Era l’ultimo tentativo di rilanciare il negoziato sul nucleare. È fallito e gli scienziati iraniani - avvertono ora i servizi segreti occidentali - stanno già lavorando allo sviluppo delle nuove centrifughe P2, indispensabili per accelerare la produzione di uranio arricchito e arrivare in breve all’atomica. L’allarme dei servizi internazionali scatta proprio mentre il leader iraniano ufficializza il «no» alla proposta europea di nuovi incentivi economico-tecnologici in cambio dell’interruzione dell’arricchimento, recapitata a Teheran dal rappresentante per la Politica estera dell’Unione, Javier Solana. Il rifiuto di Ahmadinejad era già stato dettagliato in una missiva. Così, Solana ha dovuto ieri ammettere l’ennesima sconfitta. La nuova débâcle diplomatica non sorprende l’intelligence. Da tempo, rapporti segnalano la ripresa dei tentativi iraniani di avviare la produzione in serie delle P2, le più efficienti centrifughe destinate a sostituire le obsolete P1 e a ridurre i tempi per l’arricchimento. I progetti delle P2 arrivarono in Iran già alla fine degli anni 90, grazie ai contatti con Abdul Qadeer Khan, padre della bomba atomica pachistana. Il primo tentativo di produrle in serie venne però bloccato nel 2004. Allora, gli ispettori dell’Aiea individuarono tracce di uranio arricchito a livelli militari nei laboratori della Kalaye Electric Company, azienda di produzione di orologi. Negli stessi luoghi furono trovati prototipi di P2 e piani d’assemblaggio. Ora, il progetto sarebbe ripreso. Alcuni scienziati avrebbero già sperimentato i nuovi prototipi installandoli accanto alle vecchie P1 in funzione nei laboratori sotterranei di Natanz. Per sviluppare la produzione in serie delle P2 gli iraniani devono però garantirsi forniture di metalli speciali. L’impresa, resa difficile dalle sanzioni, sarebbe stata affidata a una rete di compagnie controllate dai pasdaran. Le aziende, nei dintorni di Teheran, hanno il compito di setacciare i mercati clandestini e garantire lo sviluppo di adeguate catene di produzione.
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