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Una lettera che si riferisce alla cronaca di Aldo Baquis del 30 giugno 2008: Ma come? Hezbollah restituisce i riservisti Regev e Goldwasser? Ma come fa a scrivere una simile castroneria, senza neanche una
piccola ombra di doveroso dubbio?!
Eppure lei, che vive tanta parte del suo tempo in Israele, e che di
mestiere fa il giornalista, dovrebbe conoscere la dichiarazione del
governo israeliano secondo la quale dei due soldati, fino a ieri
considerati dispersi, "non vi è speranza che possano essere ancora
in vita" (si legga La Repubblica di ieri!), e di Olmert che ha dichiarato
che "non vi è speranza che siano ancora in vita" (il Corriere).
Ed allora onestà vorrebbe che lei parlasse di "restituzione dei corpi",
almeno citando il parere di tutti gli addetti ai lavori. Poi dia pure libero
sfogo al suo pensiero personale, ma dicendo che è suo e, forse, di
pochi altri.
In tante circostanze mi sono accorto che lei esprime concetti che
sono frutto della sua fantasia, e non il risultato di una attenta analisi
dei fatti. Mi è perfino capitato di assistere ad un dibattito, proprio a
Gerusalemme, nel quale lei veniva preso ad esempio di cattivo
giornalismo. Credo che lei ed il suo direttore dovreste riflettere su
tale dibattito pubblico.
Ora io le chiedo: crede forse di rendere un buon servizio al lettore
de La Stampa? O forse pensa di aiutare i palestinesi in una lotta
giusta per arrivare, anche loro, ad avere uno stato?
Proprio solo la democrazia di Israele può concedere simili
libertà ad un corrispondente. A Gaza o nei territori occupati lei
non troverebbe simile condizione.
Emanuel Segre Amar
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