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Avvenire - La Stampa - Il Sole 24 Ore Rassegna Stampa
25.06.2008 Un altro cessate il fuoco e un'altra violazione
rispetto alla realtà

Testata:Avvenire - La Stampa - Il Sole 24 Ore
Autore: Barbara Uglietti - la redazione - Roberto Bongiorni
Titolo: «Gaza, vacilla anche l’ultima tregua - Da Gaza lanciati razzi su Sderot - A Gaza tregua a rischio»
Alcune delle cronache dei giornali del 25 giugno 2008 sulla rottura della tregua tra Israele e Hamas disinformano.
Perché non specificano  che la tregua non riguarda la Cisgiordania, o la fanno offuscandone le conseguenze (che nessuna rottura della tregua può essere imputata a Israele), o sostengono che questa esclusione sarebbe un' interpretazione israeliana.

Inoltre, si tende ad assolvere Hamas dalla responsabilità dell'attacco, rivendicato dalla Jihad islamica. Peccato che quest'ultima organizzazione difficilmente potrebbe colpire Israele da Gaza senza il consenso della prima, che controlla la Striscia

Di seguito, da AVVENIRE, la cronaca di Barbara Uglietti, che accenna all'esclusione della Cisgiordania dai termini del cessate il fuoco, ma fin dalle prime righe ne imputa la rottura  a Israele ( "
la tregua mediata dal­­l’Egitto entrata in vigore giovedì scorso sembra appesa a filo. Ieri, i soldati israeliani hanno uc­ciso all’alba due ragazzi palestinesi in Cisgior­dania")


C inque giorni. Tanto è durato il periodo «di calma» tra gli israeliani e i palesti­nesi di Gaza. E la tregua mediata dal­­l’Egitto entrata in vigore giovedì scorso sembra appesa a filo. Ieri, i soldati israeliani hanno uc­ciso all’alba due ragazzi palestinesi in Cisgior­dania. Un’incursione «per catturare terroristi» nell’area non vincolata al cessate il fuoco (e­steso solo alla Striscia). Ma da Gaza i miliziani hanno reagito con colpi di mortaio e Qassam. Nessuna vittima, nessun danno. Se non alla stabilità dell’accordo raggiunto. 
 
 L’incursione a Nablus . La tregua violata. Al­l’alba le truppe di Tsahal hanno circondato un edificio di Nablus dove si trovavano gli studenti dell’Univer­sità di Najah. Han­no aperto il fuoco ucci­dendo due ragazzi.
  Sembra stessero cer­cando uno dei due, un militante della Jihad islamica. Po­che ore dopo, proprio la Jihad, gruppo che ha aderito alla tregua con Israele, ha lanciato la sua rappresaglia da Gaza. «Il cessate il fuoco in atto non significa che resteremo seduti pas­sivamente in attesa di essere uccisi uno per uno», ha detto un portavoce. Così, sono par­titi i colpi di mortaio e i Qassam verso Sderot. Nei giorni scorsi, Israele aveva precisato che il lancio anche di un solo Qassam avrebbe comportato una risoluzione dell’intesa. Ol­mert ha definito quello di ieri un «episodio grave» ma sembra non aver preso contromi­sure immediate. «Israele sta considerando il da farsi», ha detto. Quanto ad Hamas, ha con­fermato l’impegno a rispettare la tregua e ha “richiamato” la Jihad a fare altrettanto, pur “giustificando” i tiri «causati dalla provoca­zione degli israeliani, che hanno compiuto il raid a Nablus uccidendo un loro attivista».

 Il valico di Rafah. La liberazione di Shalit.
Di certo quanto successo avrà un peso sull’an­damento di tutto l’accordo di tregua. Un per­corso a tappe che, dopo la «calma», prevede l’avvio di trattative per la riapertura del vali- co di Rafah (la principale porta verso il mon­do per i palestinesi) e la liberazione del sol­dato israeliano Gilad Shalit, da sue anni o­staggio dei miliziani nella Striscia. Ieri Olmert è andato in Egitto, a Sharm-el-Sheikh, per di­scutere la cosa con il presidente Hosni Mu­barak. Olmert ha detto di aver ricevuto rassi­curazioni sul fatto che gli egiziani, responsa­bili della gestione del valico, lo terranno chiu­so fino alla liberazione di Shalit. Il problema è che i palestinesi vincolano la liberazione di Shalit alla riapertura del valico, e la questio­ne, per giunta complicata dalle violenze sul campo, sembra arrotolarsi su se stessa sem­pre di più.
 Sarkozy da Abu Mazen: sì al vostro Stato.
In­tanto, il presidente francese, al termine della sua missione di quattro giorni nella regione, ha voluto incontrare a Betlemme il leader pa­lestinese Abu Mazen. Sarkozy ha detto che la Francia considera una «priorità» la nascita di uno Stato palestinese e ha garantito pieno appoggio al presidente. Ma ha anche avver­tito che il governo di Parigi non avrà alcun rapporto con Hamas fino a quando il grup­po non rinuncerà alla violenza.

Il trafiletto de La STAMPA che omette del tutto ogni precisazione

Entrata in vigore giovedì, la tregua a Gaza fra Israele e Hamas (mediata dall’Egitto) è già in bilico dopo che ieri membri di una unità scelta israeliana hanno ucciso due miliziani palestinesi a Nablus e, come risposta, la città israeliana di Sderot è stata sottoposta a un attacco improvviso di razzi Qassam che ha obbligato la popolazione a rinchiudersi di nuovo nei rifugi, mentre attorno suonavano le sirene di allarme.

Roberto Bongiorni sul SOLE 24 ORE critica Israele per la reazione, giudicata eccessiva sebbene soltanto verbale al lancio di razzi kassam

Tanto è bastato a mettere in discussione l'accordo

"Mettere in discussione"? A noi sembra che l'accordo sia già stato violato.

Bongiorni scrive poi che la Jihad ha "motivato" il suo attacco come "rappresaglia per i due suoi miliziani uccisi in mattinata a Nablus, nella West Bank" e che  Israele ha "risposto" che l'accordo con Hamas riguarda solo Gaza. Il che, però, è un fatto, noto a tutti, non  un'interpretazione israeliana. Tanto che Hamas, di fronte alle operazioni israeliane in Cisgiordania, ha affermato di non voler violare direttamente la tregua, con sue azioni armate (pur giustificando quella della Jihad)

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