Pubblichiamo integralmente una lettera inviata alll'associazione Terre Des Hommes: Abbiamo già scritto tempo fa motivando la nostra decisione di non partecipare più alle iniziative di TdH : non solo non abbiamo ricevuto alcuna risposta (a conferma della correttezza dei vostri rapporti con coloro che per anni hanno partecipato a sostenere le vostre attività) ma continuiamo a ricevere le vostra pubblicazione ( TDH Italia News) con allegati i bollettini per l'invio del contributo precompilati con il numero di riferimento (FO 5369).
Avendo noi sospeso l'erogazione da tempo ci chiediamo quanto valgano queste favolette del "bambino specifico" affidato e le notizie e foto che vengono periodicamente inviate. Forse fareste meglio a dire che usate i contributi secondo vostre precise scelte.
A parte ciò , volevamo segnalarvi un altro motivo per cui confermiamo la nostra scelta di non voler avere nulla a che fare con la vostra associazione. Nell'ultimo numero di TDH News abbiamo letto l'articolo di Rossella Panuzzo sulle vostre iniziative in Palestina. Lodevoli, senza dubbio.
Peccato che contribuiate a diffondere informazioni parziali, tacendo assolutamente sulle cause da parte palestinese della situazione nei campi profughi e alludendo pesantemente a responsabilità da parte israeliana. In quanto alle condizioni in cui i bambini vivono (a causa del conflitto) pare che ignoriate completamente che, a pochi chilometri, i bambini di Sderot vivono da anni in condizioni di pericolo costante a causa dei missili Kassam che alcuni palestinesi lanciano con chiari intenti omicidi (qualche mese fa un bambino ha perso una gamba).
Nella sezione del vostro sito sulla Palestina- fotogallery 2 – si trova una ulteriore conferma della vostra posizione tutt'altro che "super partes": i soldati israeliani minacciosi ai posti di controllo e vicino alle ambulanze (pochi sanno che
anche nelle ambulanze i terroristi nascondono esplosivo) , i palestinesi che manifestano pacificamente (le foto con i bambini di pochi anni armati e vestiti da kamikaze non le pubblicate).
Come noi molti altri si saranno fatti ingannare dal vostro dipingervi come una associazione "apolitica". In realtà ciò che fate corrisponde a scelte politiche ben precise e , peggio ancora, contribuite alla disinformazione e ciò è dannoso per tutte le parti in causa.
Per favore cancellate i nostri nomi dal vostro archivio e evitate di inviarci il vostro materiale. Da parte nostra provvederemo a informare, con i mezzi a nostra disposizione, il maggior numero di persone possibile su quelle che riteniamo siano vostre precise responsabilità nel contribuire a fornire una versione faziosa di quanto avviene in quella parte del mondo.
La vostra mancata risposta, anche stavolta, sarà una ulteriore dimostrazione della serietà della vostra organizzazione.
Piero Meda e Patrizia Sampietro
I link ai testi cui si riferisce la lettera:
http://www.terredeshommes.it/dnload/News38web.pdf
http://www.terredeshommes.it/scheda_palestina.phpDi seguito, la risposta dell'associazione, conferma: non si occupa dei bambini israeliani perché "di sicuro anche loro vivranno male la situazione, in certe zone, ma non vivono in miseria e hanno assistenza e protezione dalle istituzioni" e non contestano le azioni dei gruppi terroristici perché "converrete che denunciare i metodi dei gruppi terroristici o criminali lascia il tempo che trova".
Parole che a noi sembrano un concentrato di pregiudizio, di cinismo e di ipocrisia.
Ecco il testo:
Gentili signor Meda e signora Sampietro,
mi scuso innanzitutto per non avere dato conferma della registrazione della rinuncia. In effetti avevo passato alla nostra responsabile dei programmi in Palestina il messaggio per rispondervi, lasciando la pratica in sospeso, poi la collega non è riuscita a scrivervi, quindi ci siamo persi un po' per strada. Mi spiace molto che non ci siamo ben coordinati e siete rimasti attivi per l'invio del notiziario.
Per quanto riguarda la vostra disapprovazione riguardo al nostro operato, pensiamo che ognuno sia libero di avere le proprie opinioni e, quindi non vogliamo discuterla. Siccome non siamo un'organizzazione che fa politica, non ci interessa entrare in una discussione su chi sia più nel giusto tra israeliani e palestinesi, o se i metodi degli uni e degli altri per dirimere una questione complicata e annosa siano corretti o meno.
Come organizzazione, dal 1960 siamo dalla parte dei più deboli e dei più vulnerabili, cioè degli innocenti che subiscono una situazione senza avere a disposizione i mezzi per affrontarla. Abbiamo deciso per questo motivo di lavorare per i bambini palestinesi. Non lavoriamo con i bambini israeliani; di sicuro anche loro vivranno male la situazione, in certe zone, ma non vivono in miseria e hanno assistenza e protezione dalle istituzioni. Questo è il motivo per cui non ci occupiamo dei bambini israeliani.
Siamo sempre contrari per principio all'uso della violenza e di tutti quei metodi di operare che violano i diritti dei bambini e i diritti umani. Ovviamente contestiamo questi metodi soprattutto quando vengono dalle istituzioni perché dovrebbero essere le prime a rispettare certi principi. Denunciare le violazioni fatte dalle istituzioni può servire affinché queste non si ripetano. Converrete che denunciare i metodi dei gruppi terroristici o criminali lascia il tempo che trova.
Mi scuso ancora per il disguido e vi confermo che abbiamo del tutto disattivato il vostro contatto. Non riceverete perciò altro materiale da parte nostra.
Cordiali saluti
Caterina Montaldo
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