Barack Obama e' un grande enigma, cosi' poco si sa di lui, da tre anni senatore democratico dell'Illinois, senza un grande cursus honorum e senza esperienza politica ha spiazzato tutti e ha battuto Hillary Clinton, la sua contendente, assicurandosi la nomination del suo partito per la Casa Bianca: e' un fenomeno inedito del tutto nuovo nella storia delle elezioni politiche americane.
E' un semisconosciuto, con una scarsa esperienza politica ma che, come una meteora e' apparso sull'orizzonte elettorale e ha bruciato tutte le tappe, ed eccolo che trionfante e' in ascesa, capace di riempire gli immensi stadi di fans esultanti. Nel suo record non vanta achievements –successi- oltre alla poltrona senatoriale. Come senatore non si e' distinto particolarmente per meriti e neanche perche' promotore di una giusta causa o per attivismo nel perseguimento di qualsiasi obiettivo, ma ecco che a novembre potrebbe ritrovarsi con la palma della vittoria qualora dovesse vincere la corsa alla presidenza. Sembra che gli elettori gli abbiano perdonato le sue frequentazioni ventennali di ambienti antisemiti legati alla potente "Nation of Islam" di Farrakhan che ha i suoi quartieri generali proprio a Chicago Illinois nel cui collegio e' stato eletto. L'astro di Obama e' sorto a Chicago, la citta' dei professori universitari marxisti e terroristi, la citta' di Louis Farrakhan e la citta' del pastore Geremiah Wright. E si' che tutto sembra combaciare, altroche'. E' notizia di ieri, 20 giugno, 2008 nella pagina di "Campaign '08" sul "The Wall Street Journal" che Obama ha rinunciato con una mossa populista ed ipocrita, al finanziamento pubblico dei partiti -non vuole gravare sui cittadini che pagano le tasse!- quando aveva gia' totalizzato privatamente fino ad aprile, 265 milioni di dollari che entro nov. diventeranno sicuramente mezzo miliardo avverso i 96 milioni di McCain.
Se si accendono la radio o la televisione per ascoltare le news di CBS, NBC, CNN e dei maggiori network televisivi, Obama e' il protagonista dominante, e' una calamita mediatica mentre McCain e' totalmente oscurato dai media. Una vera e propria congiura mediatica contro i neocons, uno squilibrio totale tra i due candidati che ci fa ricordare Marco Pannella ed Emma Bonino imbavagliati che in Italia anni fa protestavano in nome della "par condicio" per lo scarso spazio riservato dai media ai radicali.
Ma non divaghiamo e ritorniamo qui in America dove da tempo si scava nel passato di Obama, s'era detto che per le sue compromettenti frequentazioni con Geremiah Wright, quell'infuocato antiamericano e antisemita, non fosse un candidato qualificato. Invece sembra che qui abbiano tutti la memoria corta, anche gli ebrei dell'AIPAC, per Obama dimenticano tutto anche il suo discutibile passato, operando un' inversione di massa: paradossalmente condonano e promuovono quanti nutrono pregiudizi contro gli ebrei mentre condannano come razzisti quanti solo osino chiamarlo per esteso cioe' Barack Hussein Obama. E si' che qui in America il "middle name" conta molto.
Anche Billy O'Reilly, il popolare giornalista di Fox News e grande ammiratore di Israele, che noi abbiamo ascoltato quando il 13 giugno e' venuto a Dallas al Nokia Theatre di Gran Prairie e' dello stesso avviso e ha esordito con il dire che Barack Obama e'stato adottato dalla macchina di Chicago dove e' molto forte la sinistra estremista che lo ha plasmato (He was adopted by the Chicago machine that molded him) ecco perche' si nutrono dei sospetti verso di lui anche perche' e' asceso troppo in fretta - he rose too queekly- anzi molti si sono dichiarati "scared to death", spaventati a morte dal fenomeno Obama.
David Horowitz e Richard Poe hanno dedicato all'argomento un libro, sostengono che Obama e' stato imposto da un partito ombra -The Shadow Party- che e' anche il titolo del libro, su come l'America sia sotto attacco nei suoi valori democratici e nelle sue istituzioni dall'interno e non solo a causa dei terroristi islamisti. Ci sarebbe dietro un partito ricco e molto influente che si nasconde dietro i partiti ufficiali, composto da molti estremisti ideologicamente marxisti e antidemocratici -di cui fa parte George Soros- che hanno scelto Obama perche' potrebbe essere il candidato adatto a sovvertire lo status quo della tradizionale politica americana che essi odiano. Dopo l'attacco alle due torri, l'America s'era ricompattata sotto la guida di George Bush contro il terrorismo jihadista, ma ora e'piu' che mai divisa. I media al 90% sono contro Bush e tra i grandi odiatori di Bush c'e' proprio Soros che l'11 nov.2003 ha annunciato contro una crociata, sul Washington Post definendola " the central focus of my life...a matter of life and death" (lo scopo centrale della mia vita, una questione di vita o di morte) una crociata che poi lo stesso ha ammesso e' motivata dalla paura che la dottrina di Bush, basata sulla promozione ed esportazione della democrazia, potrebbe vincere come scrive nella prefazione al suo libro, The Alchemy of Finance" 2003. Ma allora da quale parte sta Soros , dalla parte della democrazia, delle liberta' e della certezza del diritto, o dalla parte dei regimi dispotici e forcaioli?
Soros e' un uomo dalle grandi ambizioni, ma la sua piu' grande e' quella di muovere le leve del potere, per gustare in ordine crescente di magnitudine quella che potrebbe essere l'emozione piu' forte della sua vita, lui che una dopo l'altra le ha provate tutte. Di lui si dice che e' un filantropo, che e' un filosofo, che e' un intellettuale legato ai circoli culturali piu' ideologizzati e piu' sofisticati... e che dona per cause giuste parecchi soldi, cifre che per noi comuni mortali sembrano ingenti, ma che per un miliardario come lui, sono solo bruscolini e, quando fa una donazione, lo fa al suono della grancassa dei media di modo che tutti lo sappiano e si facciano di lui l'idea che sia generoso come pochi. Della sua vita non ne fa mistero, lui stesso lo dice senza alcun pentimento che quando aveva 14 anni era gia' uno speculatore finanziario nell'Ungheria occupata dai nazisti. ( intervistato su PBS, il 15 aprile 1993 e riportato da Horovitz " The Shadow Party pag. 80). Aiutava un uomo, un funzionario del ministero dell'Agricoltura che lo aveva protetto, ad individuare e prelevare le proprieta' appartenenti agli ebrei deportati nei campi di sterminio. Aveva solo 14 anni, non vogliamo giudicarlo, forse non aveva altra scelta in quel mondo di aguzzini, ma allora in Europa, c'erano ragazzi anche piu' giovani che combattevano contro i nazisti, come gli scugnizzi di Napoli, "creature senza paura" che lo stesso Primo Levi deve aver assai amato se ha incluso "La morte scugnizza" di S. D'Arrigo nella sua antologia personale ne "La ricerca delle radici" e anche Oriana Fallaci all'epoca doveva avere la stessa eta', ma anche lei aveva gia' fatto una scelta partigiana nella sua Firenze occupata dai Tedeschi.
E di Israele, Soros intervistato dal "New Yorker" ha detto: "Non nego agli Ebrei il diritto ad una loro esistenza nazionale", ma poi aggiunge che la formazione di Israele e' stata una patologica reazione di certi ebrei ossessionati dall'emulare i loro oppressori nazisti "a process of victims turning persecutors" citazione che riportiamo testualmente da un altro suo libro " The Bubble of American Supremacy" e continua che "gli Ebrei vittime del nazismo emulano i loro oppressori e divengono persecutori dei Palestinesi".
Questo e' George Soros un uomo che a suon di lauti assegni sostiene Barack Obama, come gia' hanno fatto molti che a Washington, all'Aipac lo applaudivano e si entusiasmavano solo per tutte le vuote promesse, per tutt e lusinghe fatte loro dal senatore afro-americano,- che all'indomani poi ha ritrattato, ma di cui i giornali non parlano- dimentichi della guerra in corso di questo nuovo millennio che si combatte su tutti i fronti nel mondo, che vede fronteggiarsi la civilta' della Democrazia e l'incivilta'dei regimi del Terrore dell'Asse del Male.
Omero li avrebbe chiamati stolti, come quei Troiani che accolsero incautamente dentro le proprie mura il cavallo di Troia che nascondeva nel suo ventre i nemici, l'insidia dei Danai ordita da Ulisse e Diomede. C'erano tutti i segnali premonitori dell'imminente rovina di Troia, compreso Lacoonte che li aveva avvertiti, anche a costo della sua vita e quella dei suoi figlioletti, ma stolidi i Troiani non gli credettero.
Ora, proprio sulla base del principio del "do ut des" ci chiediamo che cosa lo stesso Soros pretendera' in cambio da Obama qualora venisse eletto, ed e' facile arguirlo: appoggera' Hamas ed Hezbollah nonche' i Guardiani della Rivoluzione, i Pasradan, (per quest'ultimi in Senato il senatore dell'Illinois ha gia'votato in autunno a favore, non riconoscendoli come terroristi, non dimentichiamocelo) che sono tutte affiliazioni terroristiche dell'Iran atomico contro Israele. E il gioco e' fatto!