La visita di Sarkozy in Israele la cronaca di Giampiero Martinotti
Testata: La Repubblica Data: 23 giugno 2008 Pagina: 13 Autore: Giampiero Martinotti Titolo: «Parigi, raid antisemita: ragazzo ebreo in coma»
Da La REPUBBLICA del 23 giugno 2008:
PARIGI - Nicolas Sarkozy è arrivato ieri pomeriggio a Tel Aviv, applaudito con un calore rarissimo per un dirigente europeo. Dopo i dodici anni all´Eliseo di Jacques Chirac, considerato troppo filo-arabo come tutti i fedeli della dottrina gollista, il capo dello Stato francese è stato accolto come un vero amico di Israele: non a caso, il suo viaggio è una visita di Stato, la prima di un francese da quella di François Mitterrand nel lontano 1982. Come il presidente socialista, Sarkozy parla oggi alla Knesset, ma il suo esercizio è particolarmente delicato: dovrà ribadire la sua amicizia per lo Stato ebraico senza irritare i Paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo, tutti invitati a Parigi il 13 luglio per il vertice con l´Unione europea. Politicamente importante, l´arrivo di Sarkozy si accompagna ad una nota "rosa": il capo dello Stato è infatti accompagnato dalla moglie e un giornale gratuito ieri ha titolato: «Carla in Israele con suo marito». Ricevuto all´aeroporto dal suo omologo, Shimon Peres, e dal primo ministro, Ehud Olmert, il presidente francese ha subito dato il tono alla sua visita: «Se sono qui, è perché sono più che mai convinto che la sicurezza di Israele sarà assicurata veramente solo con la nascita del secondo Stato, lo Stato palestinese». Dopo essersi presentato come «un amico da sempre di Israele», Sarkozy ha insistito: «Il cammino verso la pace è davanti a noi, non è bloccato ed è per questo che sono venuto a portare il mio sostegno, quello della Francia e dell´Unione europea ai partner del negoziato. Un accordo è possibile e permetterà ai due popoli di vivere uno accanto all´altro in pace e sicurezza». Subito dopo ha invitato Israele «a prendere dei rischi per la pace subito». In una nota di colore, a contraddire il sapore euforico della visita, il servizio di sicurezza della presidenza israeliana ha fracassato per sbaglio, durante le ispezioni, un magnifico vaso portato in dono dai Sarkozy alla figlia di Peres. Al presidente israeliano, invece, sono giunte intatte due colombe di cristallo. Martedì, a Betlemme, Sarkozy incontrerà Mahmud Abbas e se si tiene conto dei contatti stabiliti da Parigi con il presidente siriano, Bachir el Assad, è chiaro il suo tentativo di entrare nel gioco diplomatico mediorientale. In un´intervista uscita venerdì, Sarkozy ha parlato della necessità di un compromesso storico e di «sacrifici dolorosi» per arrivare alla pace. Ma le sue velleità di fare da mediatore fra Gerusalemme e Damasco sono state gelate dal ministro della Difesa, Ehud Barak: «Non credo che ci saranno negoziati prima della fine dell´anno e senza contributo degli americani, che, soli, possono aiutare a colmare i fossati». Una dichiarazione che sembra voler riservare esclusivamente a Washington il ruolo di mediatore accettabile per Gerusalemme. In ogni caso, di fronte alla Knesset, come fece Mitterrand ventisei anni fa, il capo dello Stato francese dovrebbe ripetere ed elaborare a sua posizione in favore della creazione di uno Stato palestinese. A differenza di quel che aveva fatto Chirac, Sarkozy non andrà nella città vecchia di Gerusalemme. Potrebbe invece andarvi Carla Bruni, attesa dalla stampa rosa come una star di prima grandezza. Di fronte all´"ardore" dei paparazzi, l´Eliseo ha deciso di non comunicare in anticipo il programma della First Lady: si dice che una puntata sul Mar Morto sarebbe stata cancellata proprio per evitare le orde di fotografi già pronte a immortalare l´ex modella.