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Marco Pannella con la bandiera israeliana allacciata sul cuore e' stato uno spettacolo che ha commosso i presenti al Caffe' Moment di Gerusalemme e anche gli italiani amici di Israele che ai tg lo hanno visto e hanno ascoltato la sua conferenza stampa. Il caffe' Moment di Gerusalemme era stato visitato tre mesi fa da un terrorista suicida che, facendosi scoppiare, aveva portato con se' nella morte 12 ragazzi israeliani. E' stato riaperto e inaugurato sabato 15 giugno e i radicali erano la', puntuali, con le bandiere, quelle con la Stella di Israele e quelle col viso di Ghandi del Partito Radicale Transnazionale. I clienti giovanissimi del Caffe' guardavano questi italiani pieni di bandiere, guardavano soprattutto quel signore dai capelli bianchi, alto e imponente anche se magro per il digiuno, abbronzato, dagli occhi celesti da bambino che si intonavano con la loro bandiera allacciata a mo' di bavaglino sul petto , col Maghen David appoggiato proprio sul cuore. Non capivano quello che Pannella diceva ma lo fotografavano e sorridevano sorpesi e forse anche commossi. Sicuramente molto stupiti da questi stranieri che si dimostravano amici, che dico, innamorati del loro paese. Gli israeliani sono abituati a ben altro tipo di stranieri. In questi due anni si sono viste da queste parti manifestazioni di altro genere con lo sventolio di bandiere palestinesi, persone che si fanno chiamare "pacifiste" che chiamano Israele "stato nazista" , che vanno a gettare sassi ai soldati, che urlano il loro disprezzo e il loro odio per questo paese. Gli israeliani non hanno mai visto in questi due anni di guerra manifestazioni di solidarieta' organizzate da partiti politici italiani, davanti ai bar , alle pizzerie , alle fermate d'autobus dove sangue e pezzi di corpi dilaniati sono il risultato della politica dell'odio di Arafat. Coloro che si fanno chiamare pacifisti non sono mai andati davanti alla pizzeria Sbarro o appunto davanti al Caffe' Moment per gridare ai terroristi " venite se avete coraggio, noi siamo qui a proteggere gli innocenti che voi volete ammazzare". E allora ha ragione Pannella che parlando appoggiato a un tavolino del nuovo Caffe' risorto dal dolore della morte alla giusta gioia per la vita, ha chiamato queste persone, questi pacifisti vigliacchi che appoggiano il terrorismo e la violenza". Vigliacchi, pacifisti e vigliacchi, cosi' diversi dai non violenti che sanno essere giustamente aggressivi quando devono combattere per la giustizia e la liberta'. E ha ragione Pannella quando definisce Israele una "metastasi di democrazia' che minaccia il mondo arabo totalitario e feudale, terrorizzandolo. La democrazia, un idea che fa paura, che potrebbe togliere il potere ai capetti arabi corrotti e violenti. Il terrore della democrazia ha indotto Arafat a incominciare la guerra per non perdere il potere minacciato dallo scontento del popolo palestinese stanco di corruzione, di terrore e di mancanza di liberta'. Cosa poteva fare il capetto Arafat per mantenere il potere? Poteva soltanto diventare un eroe facendo scoppiare la guerra contro il nemico di sempre: Israele e la democrazia. E si sfrega le mani il capetto Arafat perche' adesso ,da eroe, puo' permettersi di vendere ai palestinesi i prodotti inviati dall'Europa. L'Europa li regala e lui li vende. E i palestinesi accecati dall'odio per Israele e dalla mancanza di informazione non se ne accorgono. Giustizia e liberta', negate ai palestinesi dal loro raiss miliardario al potere grazie alla guerra, sua ragione di vita oltre ai soldi e al terrorismo. E ha ancora ragione Marco Pannella quando dice che l'unica speranza e' israelizzare il medio oriente, impresa titanica e forse impossibile ma da tentare con coraggio, il coraggio dei radicali, il coraggio dei pazzi che hanno vinto contro il Vaticano le battaglie del divorzio e dell'aborto. E' per questo che i radicali vogliono far entrare Israele, l'unica democrazia del Medio oriente, nell'Unione Europea e sono venuti in Israele per dirlo a tutti, agli israeliani, ai deputati della Knesset, ai ministri, al Presidente. Sabato 15 giugno il ricordo delle giovani vittime uccise da un giovane assassino e domenica 16 giugno conferenza stampa per spiegare ai giornalisti e al pubblico israeliano cosa puo' significare per Israele entrare nella UE. Era presente tra il pubblico il papa' di una vittima dell'attentato al Caffe' Moment incontrato per caso salendo sul suo taxi e chiedendogli di chi fosse la fotografia di quella bella ragazza che teneva sul cruscotto. E' venuto alla conferenza stampa Shlomo e si e' commosso e ci ha commossi parlando di sua figlia, 27 anni, morta per l'odio e il fanatismo di un giovane arabo. Il sogno dei radicali ha piu' di vent'anni. Pannella ne aveva parlato nel 1988 a Gerusalemme, al Congresso radicale, perche' convinto che l'instabilita' del MO non sia la sacrosanta autodifesa di Israele ma la mancanza assoluta di democrazia, liberta' e giustizia dei 21 paesi arabi che lo compongono in un'unica, immensa e feroce dittatura. Israele in Europa e' un sogno che forse persino in Israele molti non capiscono e non approvano per il timore di perdere l'identita' ebraica, l'idea stessa del sionismo e l'autonomia nazionale. E' un sogno che trovera' molti intoppi, che forse l'Europa stessa, ancora antisemita, non accettera'. Non era forse un sogno anche la legalizzazione del divorzio e dell'aborto? Eppure ci sono riusciti. Ci siamo riusciti. Non era forse un sogno manifestare per la liberazione di Nathan Sharanski e i prigionieri di Sion dopo decenni di manicomi criminali e di Siberia? Eppure oggi sono in Israele, liberi. Tutto e' un sogno. Anche giustizia e liberta' per molti popoli sono ancora un sogno irrealizzabile e fra tutti i popoli oppressi proprio quelli del Medio Oriente hanno una possibilita': Israele. Peccato che non lo sappiano. Israele stesso era un sogno considerato impossibile per duemila anni ma Theodor Herzl, che oggi forse sarebbe stato radicale, ha gridato al congresso di Basilea: Se vorrete non sarą pił un sogno......... Deborah Fait |
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