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Informazione Corretta Rassegna Stampa
20.06.2008 "L’evoluzione della donna nella società israeliana"
un articolo dalla rivista in lingua francese Israel Magazine

Testata: Informazione Corretta
Data: 20 giugno 2008
Pagina: 1
Autore: Valérie Bitton
Titolo: «L’evoluzione della donna nella società israeliana»

Israel Magazine, una rivista di informazioni culturali, politiche, economiche e sociali sul Medio Oriente che esce in Israele in lingua francese, pubblica nel mese di giugno a pagina 58 un articolo di Valérie Bitton intitolato “L’evoluzione della donna nella società israeliana”.


Ecco il testo tradotto:

Dalla nascita dello Stato d’Israele le donne hanno sempre occupato un posto importante. Alcune hanno dato il loro contributo alla costruzione del paese, altre non hanno il loro nome scritto nel libro della Storia ma hanno contribuito nel quotidiano e spesso nell’ombra allo sviluppo del paese. Come gli uomini fanno il servizio militare, sono presenti in tutti i campi delle professioni e benché non siano ancora numerose nell’ambito della politica, quelle che vi si trovano sono influenti. Degli ostacoli restano ancora da superare affinchè le donne possano raggiungere la piena uguaglianza con gli uomini ma il paese si sta impegnando in tal senso.

Chiunque voglia ricordare il posto della donna nella società israeliana è obbligato a paragonarlo a quello dell’uomo.

 

Fin dai primi anni dalla costituzione dello Stato d’Israele, la nozione di uguaglianza fra i sessi è una realtà, anche perché la Corte suprema israeliana ne ha fatto un diritto fondamentale.

Inoltre il testo della dichiarazione d’Indipendenza garantiva uno Stato fondato sull’uguaglianza sociale e politica, senza discriminazione sessuale: “ (….) lo Stato d’Israele assicurerà una completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi cittadini, senza distinzione di credo, di razza o di sesso”.

Nel 1951 la Knesset completò il lavoro adottando la legge sull’uguaglianza dei diritti delle donne, ed esse ottennero il diritto di voto il 17 luglio 1951.

I diritti delle donne nel mondo del lavoro

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, i fondatori del sionismo socialista hanno previsto ben presto degli accordi per le donne che lavorano. Inoltre a partire dal 1950 le donne ebbero diritto a congedi di maternità pagati dal “Bitoua’h Leumi” l’Istituto di assicurazione nazionale. Analogamente furono protette contro il licenziamento abusivo durante il periodo di maternità, fu consentito loro di continuare ad esercitare la loro attività professionale senza trascurare la vita familiare grazie alla creazione di asili a prezzi abbordabili.

A partire dal 1987 fu adottata una serie di leggi: fra esse quella sull’uguaglianza della pensione che annulla l’obbligo di pensione anticipata per le donne praticata dai tribunali del lavoro; la legge sull’uguaglianza delle opportunità negli impieghi che contrasta la discriminazione sul mercato del lavoro; le leggi che impongono misure antidiscriminatorie per l’impiego nella funzione pubblica; l’emendamento all’ordinanza sul fisco che assicura uno statuto simile per le donne in merito alla dichiarazione d’imposta sul reddito, o ancora la legge che proibisce le molestie sessuali sul luogo di lavoro: Israele è uno dei primi paesi a legiferare in merito.

Oggi le donne dispongono di 14 settimane di congedo per maternità, di otto giorni di congedo quando il bambino è malato, percepiscono l’intero stipendio in caso di maternità sotto sorveglianza medica ed hanno la possibilità, in base a convenzioni collettive, di prendere un periodo di congedo senza stipendio anche in seguito, avendo comunque la garanzia di riprendere la medesima funzione al loro ritorno in servizio.

“ A lavoro uguale, salario uguale: ancora teorico”

Se l’emendamento alla legge del 1964 sull’uguaglianza degli stipendi impone il principio dell’uguaglianza degli stessi, questo concetto è ancora teorico nonostante si osservi una evoluzione positiva della situazione. Nel 2005 il Ministero dell’Industria e del Commercio pubblica un rapporto secondo il quale i salari delle donne sono 58%  inferiori a quelli riservati agli uomini (il salario medio di una donna in Israele era di 5395 shekels). Ultimamente un altro rapporto pubblicato dal Tesoro riguardante il settore pubblico, rivela che una donna che occupa un posto nel settore amministrativo e percepisce uno stipendio di 6572 shekels, riceve una cifra del 30% inferiore a quella di un uomo che occupa il medesimo posto.

Lo stesso divario emerge fra lo stipendio di una donna diplomata in scienze sociali e quello di un suo collega maschio.

Un altro rapporto ancora concerne i ruoli direttivi.

Si scopre che solo il 2,2% delle donne, che rappresentano tuttavia più della metà della mano d’opera nel 2007, sono presidenti di una società e l’8,4% direttori.

Questi dati che testimoniano come il sesso maschile domini sempre i posti chiave dell’economia israeliana, può non essere giustificato, ma si spiega in parte con il fatto che la principale difficoltà per le donne è coniugare la vita professionale con quella familiare e che la società israeliana, a differenza di quelle occidentali, fonde l’efficienza all’effettivo numero di ore lavorative effettuate.

Le donne nella politica

Benchè non siano ancora numerose come gli uomini nel campo della politica, le donne che hanno lasciato un segno nella Storia e quelle che occupano un posto importante oggi hanno contribuito in maniera significativa alla costruzione del giovane Stato.

Non dimentichiamo che lo Stato ebraico è stato uno dei primi ad avere un primo Ministro donna, Golda Meir (notate il titolo che si declina solo al maschile). Quando pensiamo che meno del 5% dei paesi sono guidati da donne nel mondo, questo fatto rivela tutta la sua importanza.

Il governo di Ehoud Barak aveva promesso ai movimenti che si battono per il miglioramento della condizione della donna nella società, una percentuale di donne uguale a quella degli uomini nel governo. Purtroppo la parità non è stata rispettata e su 32 ministri, soltanto due donne sono state scelte, Tsippi Livni, il Ministro degli Esteri e Youli Tamir che ha ottenuto il portafoglio dell’Educazione.

Esiste tuttavia in Israele un ufficio per la promozione della donna diretto da Marit Danone. Si tratta di un’istituzione che opera nel quadro del segretariato del Primo Ministro con il ruolo di collegamento fra il primo Ministro, le municipalità e i differenti organismi che si occupano della condizione femminile nel paese.

Le donne nell’esercito

“Abbiamo bisogno di tutto il mondo”. Nel 1948 viene creata la Sezione delle donne, Hen. Benchè la parola in ebraico significhi “la grazia” , in realtà è una pura coincidenza, in quanto il termine è la contrazione delle parole “Hail” (armata) e “nachim” (donne).

Questa sezione è comandata da una donna e più che il combattimento la sua funzione è principalmente quella di segreteria e trasmissione.

A metà degli anni 90 alcune modifiche si resero necessarie a seguito del rifiuto di consegnare a una donna il diploma di aviatore in quanto non aveva conseguito la preparazione con successo.

Nel 2001 la sezione delle donne è sparita e da allora una donna esercita la funzione di “consigliera” presso il capo di stato Maggiore per tutti i dossier che le riguardano.

Poco a poco le donne hanno potuto accedere a posti di combattimento come tankisti o altro, tuttavia rappresentano un’eccezione e devono rinunciare nell’ambito del loro ruolo ad ogni segno esteriore di femminilità.

Inoltre coloro che hanno potuto entrare nelle unità combattenti occupano quasi sempre un ruolo di secondo piano, in particolare quello di istruttrici di giovani fanti: in altri termini sono tenute ai margini del campo di battaglia.

Oggi due donne, Yudith Grissaro e Orna Barbibai, detengono il grado di tenente generale.

Le donne fanno generalmente due anni di servizio militare contro i tre previsti per gli uomini. Le donne sposate, incinta o madri di famiglia ne sono dispensate.

Le donne religiose hanno la possibilità se lo desiderano di effettuare un “servizio civile” in campo medico, educativo o sociale.

In definitiva, anche se la donna nella società israeliana non è ancora completamente uguale all’uomo, grandi progetti si sono concretizzati in numerosi campi, considerando altresì che 60 anni di esistenza dello Stato ebraico hanno permesso loro di emanciparsi e di sbocciare in una società democratica nella quale il successo per una donna rimane nell’ambito delle concrete possibilità.

Traduzione di Giorgia Greco


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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