Ancora razzi contro Sderot, mentre Olmert avverte: con Hamas il cessate il fuoco sarà fragile la cronaca di Aldo Baquis
Testata: La Stampa Data: 19 giugno 2008 Pagina: 17 Autore: Aldo Baquis Titolo: «Olmert: “Sarà una tregua fragile”»
Da La STAMPA del 19 giugno 2008:
A un anno dalla presa di Gaza da parte di Hamas con l’uso della forza, gli islamici palestinesi e Israele depongono le armi. Da oggi, su iniziativa dell'Egitto, si impegnano a rispettare un periodo di calma assolutamente necessario alla stremata popolazione della Striscia e alle decine di migliaia di israeliani del Neghev, che per mesi sono stati sottoposti ad attacchi quotidiani di razzi e mortai palestinesi. Il premier Ehud Olmert ha avvertito che si tratta di una tregua «fragile, forse di breve tempo». «Hamas e gli altri gruppi terroristici - ha aggiunto - non sono divenuti pacifisti, anzi, restano assetati di sangue». Mentre parlava, la città di frontiera di Sderot tornava a essere bersagliata di razzi palestinesi. A Gaza, nell'ufficio del leader locale di Hamas Ismail Haniyeh, c'era un'atmosfera più distesa. Grazie alla «tahadya» (calma, in arabo), Hamas intende rompere l'isolamento imposto un anno fa da Israele alla Striscia, ripristinare una parvenza di normalità nelle strade di Gaza, riorganizzare e potenziare il braccio armato del movimento (le Brigate Ezzedin al-Qassam, forti ormai di quasi 20 mila uomini) e riprendere il dialogo nazionale con al-Fatah. «A Gaza - ha assicurato Haniyeh - il presidente Abu Mazen è il benvenuto». Haniyeh ha confermato ai mediatori egiziani che l’intesa con Israele sarà rispettata da tutti i gruppi armati attivi a Gaza. Il piano egiziano prevede, dopo la sospensione reciproca delle ostilità, la graduale riapertura dei valichi fra Israele e Gaza per le merci. In seguito Hamas discuterà con l'Egitto e con l’Unione Europea la riapertura del valico di Rafah, fra Gaza e il Sinai, e quindi riprenderà con alacrità la trattativa per uno scambio di prigionieri che consenta a Israele di recuperare, dopo due anni di prigionia a Gaza, il caporale Ghilad Shalit. Fra sei mesi la tregua sarebbe estesa alla Cisgiordania. Fra i responsabili israeliani alla sicurezza resta un alto livello di ansia. Perché la «tahadya» riesca, occorrerà che le forze egiziane impediscano ora il contrabbando di armi ed esplosivi dal Sinai verso Gaza. D'altra parte la settimana scorsa Israele ha escluso per il momento un’invasione militare della Striscia: a due anni dalla guerra in Libano con gli Hezbollah, Olmert non vuole certo essere accusato di agire in modo impulsivo, senza aver prima esplorato fino in fondo tutte le opzioni diplomatiche.
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